Molto spesso, si sa, mantenere le promesse non è proprio il forte dei politici. Non farebbe eccezione Giacomo Olivieri, al centro dello scandalo “Codice Interno” e oggi a processo per (presunto) voto di scambio politico-mafioso.
L’ex consigliere regionale l’ha ammesso, nel corso del suo interrogatorio-fiume davanti al gup del Tribunale di Bari, a proposito dei posti di lavoro promessi al suo factotum Michele Nacci, genero di una cugina del capoclan del rione San Paolo, e a Gaetano Strisciuglio, nipote dei boss Domenico e Sigismondo “la luna”: «Ho fatto come tutti i politici», ha detto Olivieri durante l’esame.
Il rapporto con Nacci
Le domande di magistrati e avvocati si sono ben presto concentrate sui rapporti tra Olivieri e Nacci, nel 2019 candidato alle comunali baresi nella lista “Di Rella sindaco” di cui faceva parte anche Maria Carmen “Mari” Lorusso, moglie dell’ex consigliere regionale.
All’epoca tra Olivieri e Nacci vi era un rapporto consolidato, non fosse altro perché il secondo, dipendente di una cooperativa, arrotondava lo stipendio facendo da «factotum» per il primo. A Olivieri Nacci avrebbe chiesto un posto fisso: «Ne aveva bisogno anche perché ha diversi problemi familiari – ha raccontato l’ex consigliere regionale in aula – ma io non sono mai riuscito a darglielo. L’ho preso in giro come fanno tutti i politici».
Non solo: Olivieri sarebbe rimasto in contatto con Nacci anche dopo le comunali del 2019 e fino al proprio arresto avvenuto a febbraio del 2024. «Quando gli servivano i soldi per pagare la bolletta, glieli davo – ha raccontato l’uomo al centro dello scandalo “Codice Interno” – Per me era un modo per mettermi la coscienza a posto perché non gli avevo trovato il posto di lavoro e perché ne aveva bisogno.
Quando accompagnava mio figlio in piscina, per esempio, gli davo qualche decina di euro». Un concetto ribadito sempre davanti al gup: «Ho mentito dicendo a Nacci che l’avrei aiutato».
I legami con Strisciuglio
Ma Nacci non sarebbe stato l’unica “vittima” delle promesse disattese di Olivieri. Sempre nel corso dell’interrogatorio si è discusso di Gaetano Strisciuglio che all’ex consigliere regionale avrebbe chiesto per la madre «un posto di lavoro dignitoso, cioè fisso» in cambio di voti per Mari Lorusso.
«Strisciuglio era ossessionato da questa idea – ha aggiunto Olivieri – La madre lavorava già, ma voleva un posto migliore». A caldeggiare un intervento di Olivieri in favore della madre di Strisciuglio sarebbe stato anche Nacci.
La risposta? «Dissi a Michele: “Se il discorso è quello del posto di lavoro, l’ho promesso”». Anche in questo caso, però, per discolparsi Olivieri ha precisato di non aver dato seguito alle richiesta fatte da Strisciuglio: «Tanto – ha chiarito nel corso dell’udienza celebrata mercoledì scorso – avevo promesso il posto di lavoro a Nacci, che ci perdevo a fare altrettanto con Strisciuglio?».