Circa 300 insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie pugliesi coinvolti in un progetto di formazione dedicato al contrasto e alla prevenzione della violenza sulle donne. È l’obiettivo dell’iniziativa promossa dalla «Fondazione Giulia Cecchettin», che ha scelto la Puglia come una delle tre regioni pilota, insieme a Toscana e Veneto, del programma nazionale realizzato con il Dipartimento Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università di Firenze. Il femminicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa veneta uccisa due anni fa dall’ex fidanzato, ha spinto suo padre Gino a trasformare il dolore in un impegno civile orientato soprattutto all’educazione delle nuove generazioni.
Il progetto
Il percorso, che sarà avviato nei prossimi mesi, si svilupperà intorno al tema «Educare all’uguaglianza di genere, fin dall’infanzia». ed è curato insieme all’Università di Firenze. Sono previste lezioni frontali, attività laboratoriali, materiali didattici e un approccio di ricerca basato su questionari iniziali e finali, utili a comprendere i bisogni dei docenti e a misurare l’efficacia degli argomenti trattati. L’intento, infatti, è quello di definire un modello formativo sperimentale, replicabile su scala nazionale, in grado di fornire agli insegnanti ogni mezzo per promuovere una cultura della non violenza già nelle prime fasi dell’educazione.
Salgono le richieste di aiuto
La scelta della Puglia come una delle regioni pilota non è casuale. Secondo gli ultimi dati Istat, nell’ultimo anno le richieste di aiuto al numero di pubblica utilità 1522 sono aumentate del 15% sul territorio regionale. Un segnale che conferma la necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione e di educazione, partendo proprio dalla scuola. Il coinvolgimento degli insegnanti rappresenta, dunque, un investimento culturale importante per la regione. Per la Puglia, diventare laboratorio pilota significa collocarsi al centro di un cambiamento educativo che mira ad affrontare il fenomeno della violenza di genere non solo con l’emergenza, ma con la prevenzione quotidiana. Un percorso che parte dai bambini, passa dagli insegnanti e arriva a coinvolgere l’intera comunità scolastica.