«Via il nome di Graziella». Degrado al parco di Andria dedicato alla bimba uccisa 23 anni fa

«Le condizioni in cui versa il parco intitolato a mia figlia oltraggiano la sua memoria. Rifiuti e deiezioni canine ovunque, panchine rovinate, persino la targa su cui era inciso il suo nome è stata danneggiata, come la bacheca in cui c’erano le sue foto. Vorrei che quell’area degradata non fosse più dedicata a lei». Lo dichiara all’ANSA Gina Antolino, mamma di Graziella Mansi, la bimba di otto anni violentata e bruciata viva il 19 agosto di 23 anni fa ad Andria.

Un orrore che sconvolse la città che da allora, ha mostrato vicinanza alla famiglia della piccola in modi diversi. Tra questi, anche l’intitolazione di un parco che si trova a pochi passi dalla abitazione dei genitori di Graziella, nel quartiere Europa della città.

«Basterebbe un po’ di rispetto e invece se rimprovero qualcuno perché non raccoglie i bisogni del proprio animale, ricevo risposte maleducate», continua la donna che ancora lotta con la convivenza di un dolore straziante. «Sono passati più di venti anni da quel giorno ma a me sembra tutto ancora vivo: non riesco a capacitarmi di quanto è accaduto alla mia piccolina», dice. «Preferisco non andare più nel parco: sto male e provo tanta rabbia ogni volta che guardo cosa è rimasto – prosegue – sarebbe stato più giusto se l’area fosse stata recintata o se ci fossero stati degli orari di apertura e chiusura. Così, forse qualcosa si sarebbe salvato». Il degrado del parco è «una delusione che non trova giustificazione alcuna per quanti avevano e hanno onere e dovere di intervenire», aggiunge la donna che ha chiesto aiuto anche al comitato “Quartiere Europa” che nel mese scorso ha denunciato la situazione al Comune affinché ponesse rimedio.

«Abbiamo chiesto l’installazione di un sistema di videosorveglianza ma non abbiamo avuto risposta e preferisco che venga rimossa l’intitolazione del parco a mia figlia», ripete la mamma di Graziella. «Il parco è diventato il ritrovo serale di balordi perditempo che deturpano il ricordo di Graziella. Condivido la richiesta della sua famiglia», conclude Savino Montaruli, coordinatore del comitato “Quartiere Europa”.

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