«Fare in fretta» ripete da giorni Matteo Salvini, «ci sono cose più urgenti» replica a distanza Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri. E intanto, anche per volontà di Giorgia Meloni, la soluzione al rebus continua a slittare. Nel centrodestra la scelta dei candidati alla presidenza di Puglia, Veneto e Campania resta in stand-by. I ragionamenti per «individuare figure autorevoli e vincenti, capaci di rappresentare al meglio i territori e le istanze dei cittadini», come si leggeva nella nota diffusa a fine luglio dalla coalizione, non hanno finora portato alla fumata bianca.
In Puglia il centrosinistra alla fine si è ricompattato attorno ad Antonio Decaro, con FI pronta a schierare il deputato salentino Mauro D’Attis. Un ko nelle Marche lascerebbe FdI con un pugno di mosche in mano e senza nemmeno la possibilità di conquistare una regione del Nord, obiettivo dei meloniani che guardano con interesse anche alla Lombardia. Per questo c’è chi sostiene che alla fine lo stallo sul Veneto si sbloccherà solo ai primi di ottobre. Timing che peraltro sembra confermato da Tajani all’indomani del vertice di Chigi.
«Ieri di regionali non se ne è parlato ma siamo tutti tranquilli, troveremo i candidati», le parole del segretario di FI che risponde così a chi domanda se ci sarà a breve un nuovo round tra leader: «Ma vedete cosa succede nel mondo? Siamo tutti presi dalla cronaca e dall’azione quotidiana. La riunione di ieri è stata più breve del previsto ed è finita anzitempo perché dopo l’attacco in Polonia dei droni russi Meloni aveva una riunione internazionale. Ci sono delle cose che sono più urgenti, il dovere istituzionale prevale sull’attività politica di partito. Non è che non abbiamo niente da fare… vale per me, ed è lo stesso per Meloni e Salvini».
Nessuna fretta quindi, anche perché «adesso ci sono prima le elezioni nelle Marche e in Valle d’Aosta, poi la Calabria e la Toscana. E poi le altre tre» dove «ancora non ci sono neanche le date per le elezioni. Non è che si vota domani mattina, si vota a fine novembre». Il titolare della Farnesina comunque sottolinea che «non ci sono problemi di coalizione o contrasti sui nomi», semplicemente «ci sono cose che sono prevalenti sulla scelta dei candidati per le regionali, ma non esistono problemi di tipo politico. Non è che non abbiamo trovato l’accordo, non ne abbiamo proprio parlato».
E magari si continuerà così ancora per qualche settimana perché, come riconosce anche il ministro di FdI, Luca Ciriani, «il tempo stringe ma ce n’è ancora. Abbiamo sempre trovato una soluzione e la troveremo anche in questa occasione».