Bisognerà «togliere prima la spina del Veneto», sarebbero queste le parole che il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha detto alla delegazione pugliese che lo ha incontrato ieri intorno all’ora di pranzo a San Benedetto del Tronto, a margine della festa dei giovani del partito Azzurra Libertà. Di conseguenza, per la scelta del candidato presidente per il centrodestra bisognerà «aspettare ancora». Così, si spera che dopodomani, vista la presenza dello stesso Tajani, insieme alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e al segretario della Lega, Matteo Salvini, sul palco di Ancona a sostegno del presidente delle Marche uscente Francesco Acquaroli ci possa essere un primo passo d’intesa. Intanto, resta, insieme ad altre «disponibilità», la candidatura del coordinatore regionale Mauro D’Attis.
Da tempo «abbiamo espresso il nostro nome», sottolinea un dirigente di primo piano degli azzurri pugliesi e «lo abbiamo fatto proponendo una figura di alto profilo. Altri sono giunti dopo. Infatti, ulteriori disponibilità si registrano solo da pochi giorni, mentre Forza Italia ha già detto la sua da mesi». Tuttavia, vista l’insistenza, a partire proprio dallo stesso Tajani con cui si ipotizza un candidato civico, al pari della Campania, lo stesso D’Attis potrebbe rimettersi alla volontà del partito. Anche se, sempre per quanto riguarda le ipotesi di candidati civici, le possibilità che a guidare il centrodestra contro Antonio Decaro e il centrosinistra possa essere l’imprenditore Sergio Fontana si allontano, almeno stando a quanto riferiscono alcuni esponenti della coalizione che ricordano come l’ex presidente di Confindustria Puglia «abbia già declinato nel recente passato l’invito a guidare la coalizione».
Al contrario, salgono le quotazioni per l’ex direttore di Telenorba, Vincenzo Magistà: come afferma Napoleone Cera, vicesegretario regionale della Lega, che condivide e rilancia «l’orientamento espresso dal coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato, il quale ha avuto il coraggio di avanzare ipotesi concrete, come quella di Magistà, un conoscitore attento delle dinamiche pugliesi». Parole che confermano quanto siano aspri i rapporti dei leghisti con Forza Italia. Infatti, è proprio da parte del Carroccio che si fa sempre più alto il muro di sbarramento nei confronti di D’Attis.
Così come si imputano agli azzurri i ritardi nella scelta del candidato presidente. Accuse rigettate dai berluscones che ricordano come il braccio di ferro in Veneto con i meloniani sia alla base delle mancate scelte nelle altre due regioni. E a proposito di quel che accade in Veneto, visto che lì è il nodo, o “la spina” come dice Tajani, più intricato e che impedisce di scegliere il candidato in Puglia, il coordinatore di Fdi Luca De Carlo non annuncia accordi alle viste: distanti o vicini non lo so, so che gol è quando palla entra in porta come diceva Vujadin Boskov (famoso calciatore e allenatore serbo) e palla non é entrata». Una perifrasi per ricordare come l’accordo in Veneto non sia alle viste e di conseguenza non lo è nemmeno in Puglia.