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Verso le Regionali, campagna agli sgoccioli: i candidati firmano manifesto per la legalità

La corsa alla presidenza della Regione Puglia entra nell’ultima, decisiva curva, e lo scontro tra Antonio Decaro e Luigi Lobuono si gioca ormai su programmi, simboli e visioni diametralmente opposte. La campagna elettorale per le regionali in Puglia, infatti, si chiude domani sera a mezzanotte, quando scatterà il cosidetto «silenzio di riflessione».

In un confronto tv, i due principali contendenti hanno offerto una fotografia nitida di ciò che intendono per «governare la Puglia». Lobuono ha calato il suo jolly: Letizia Moratti. L’ex sindaca di Milano, già ministra ed eurodeputata PPE, è la personalità che il candidato del centrodestra vorrebbe alla guida della sanità pugliese. «Cercherei di convincerla a lavorare con me, anche per un periodo limitato, per affrontare le criticità della nostra sanità» ha detto. Un annuncio che ha sorpreso gli avversari e che si inserisce in una strategia chiara: portare in Puglia figure di peso nazionale per «cambiare passo» sin dal primo giorno. Visione che Lobuono estende anche al turismo: «Voglio una Puglia che diventi la Florida d’Europa. Abbiamo un clima che può attrarre visitatori per dieci mesi l’anno: dobbiamo investire nella destagionalizzazione e nei servizi».

E sui rifiuti annuncia la sua linea dura: chiusura e bonifica della discarica Martucci, stop definitivo alle discariche, via libera invece ai termovalorizzatori «che producono energia e chiudono il ciclo». Il programma del centrodestra tocca anche agricoltura e acqua: un fondo regionale dedicato, prodotti locali nelle mense scolastiche e il ritorno dell’idea di una condotta sottomarina dall’Albania per integrare l’approvvigionamento idrico, insieme ad almeno quattro dissalatori e rubinetti a tempo negli uffici pubblici. Decaro, dal canto suo, mantiene un profilo diverso. Niente jolly, ha precisato: «In passato il 60-70% degli assessori erano esterni. Oggi non si può fare: valuterò professionalità e competenze interne, poi, solo se necessario, si potrà guardare fuori». Una dichiarazione che rivendica un modello di governo radicato sul territorio. Nel merito delle proposte di Lobuono, Decaro è netto: «Facevo l’ingegnere, evito polemiche ma non voglio passare per scemo».

Sull’acquedotto dall’Albania prende tempo – «servirebbero dieci anni, lo faremo studiare» – mentre sull’acqua ribadisce l’urgenza: «L’emergenza è oggi. A gennaio potremmo non avere acqua nei rubinetti. Bisogna intervenire subito». Sul fronte politico, Decaro chiude la campagna elettorale del Pd in una piazza Giordano gremita, a Foggia. «Voglio una Puglia viva, capace di rialzarsi e di far arrivare tutti al traguardo» ha detto dal palco, difendendosi dalle polemiche nate per la frase sugli «scappati di casa»: «Capisco che dall’altra parte non ci siano argomenti».

È a Bari, invece, nel forum di «Repubblica», che il candidato del centrosinistra mette un altro tassello della sua proposta: la firma del «Manifesto per la legalità», trasparenza e lotta non repressiva alle mafie. «La mafia è come la gramigna, non è scomparsa. La legalità è la base su cui si costruisce la fiducia dei cittadini» ha ribadito, chiedendo un impegno collettivo. Tra modelli opposti – la Puglia «Florida d’Europa» di Lobuono e la Puglia «che non lascia indietro nessuno» di Decaro, il voto di domenica deciderà quale visione prenderà forma.

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