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Verso il voto, Marcello Vernola ci riprova dopo 15 anni: «Così riporto il Sud in Europa»

In un momento di grande difficoltà per tutta la politica a Bari, «Antonio Tajani mi ha chiesto di dar voce a quanti si riconoscono nel popolarismo, così ho accettato di candidarmi nuovamente al Parlamento europeo con Forza Italia, dopo 15 anni esatti». Marcello Vernola, consigliere comunale a Bari negli anni Novanta, presidente della Provincia di Bari, parlamentare europeo dal 2004 al 2009, è anche il figlio dell’ex ministro e sindaco del capoluogo pugliese Nicola, allievo tra i prediletti di Aldo Moro di cui domani ricorre il 46esimo anniversario della morte.

Cosa resta dell’insegnamento dello statista di Maglie?

«Rimane la necessità per la politica del dialogo e del confronto e soprattutto la capacità di fare sintesi tra posizioni diverse senza calpestare le minoranze».

Quali i motivi del suo ritorno?

«Nel mio mandato al Parlamento europeo ho lavorato a stretto contatto con Antonio Tajani sia nel ruolo di suo vicecapogruppo del Partito popolare che in Commissione Esteri. Sono convinto della sua capacità di poter riunire quanti si riconoscono nei valori del popolarismo e per questo ho accetto di rappresentare proprio quella parte della società meridionale che si riconosce nei valori del dialogo e della moderazione. Il Ppe sarà il perno della prossima legislatura perché è la forza politica che garantisce la governabilità e sarà determinante per l’elezione dei presidenti del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio».

Si candida in Forza Italia: che partito è oggi dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi?

«Non è più solo la forza politica dei berlusconiani, è soprattutto quel partito che crede nella democrazia e mette al centro, come sta facendo Tajani, chi opera sul territorio, dando valore al merito, attraverso i congressi, come avvenuto di recente anche in Puglia».

Lei è docente di Diritto ambientale. Già in questa legislatura la Commissione di Ursula Von der Leyen ha messo al centro la transizione ecologica e la questione energetica: quali saranno i suoi impegni se sarà eletto?

«Dobbiamo mettere mano al Green Deal per adeguarlo ai cambiamenti internazionali. C’è da assicurare la transizione per costruire la sicurezza energetica dell’Unione e questo può avvenire con due linee di intervento: l’auto-approvvigionamento che non è soltanto eolico e fotovoltaico, ma anche idrogeno e nucleare di nuova generazione e diversificazione delle forniture perché non possiamo essere schiavi della Russia e anche dei Paesi produttori di petrolio».

Che cosa pensa delle vicende giudiziarie che hanno portato agli arresti domiciliari del presidente ligure Giovanni Toti?

«Non conosco bene la vicenda, ho solo letto i titoli, ovviamente spero che tutto venga chiarito nel più breve tempo possibile».

E delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Regione Puglia e Comune di Bari?

«È finito un ventennio costruito su oligarchie e cooptazioni. Adesso spetta al centrodestra offrire quell’alternanza che è la miglior garanzia per ogni democrazia come insegnava, appunto, Aldo Moro».

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