Arrivato in Puglia per partecipare a una serie di eventi, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è tornato sul tema dell’educazione sessuale nelle scuole, dopo la bagarre di stamattina nell’aula di Montecitorio. «Ho voluto richiamare quella rilevazione che il ministero ha promosso in tutte le scuole superiori – ha affermato – che in oltre il 90% degli istituti si siano avviati corsi di educazione alle relazioni, al rispetto nei confronti della donna. A detta degli insegnanti nel 70% dei casi si è verificato un cambiamento in positivo del comportamento dei giovani».
Il ministro, rivolgendosi alle opposizioni, ha sottolineato che «abbiamo fatto quello che loro non avevano fatto quando erano al governo. Abbiamo introdotto l’educazione alle relazioni e l’educazione all’empatia che per la prima volta verranno insegnate nelle scuole italiane e allora, francamente, dire che noi in questo modo favoriamo i femminicidi o comunque non li contrastiamo mi sembra francamente inaccettabile».
A Lecce, Valditara ha visitato l’Its Academy Mobilità. «Auspico innanzitutto che il confronto tra maggioranza e opposizione e tra opposizione e governo sia sempre improntato a un clima costruttivo e a toni distesi – ha detto – però oggettivamente sono molto rammaricato per affermazioni come quella che il disegno di legge favorirebbe o comunque non contrasterebbe e renderebbe più difficile la lotta contro i femminicidi. Anzitutto perché il tema dei femminicidi è un tema così drammatico che non deve essere strumentalizzato», ha proseguito.
Valditara ha invitato «tutti a evitare polemiche strumentali – ha aggiunto – poi è anche falso per diversi motivi, innanzitutto perché noi abbiamo per la prima volta introdotto nei nuovi programmi scolastici l’educazione all’empatia, all’empatia relazionale-affettiva, alle relazioni, al rispetto verso la donna, al contrasto alla violenza di genere. Lo abbiamo evidenziato anche già da settembre 2024 nelle nuove linee guida sull’educazione civica, dove – ha spiegato Valditara – abbiamo messo l’educazione al rispetto, al rispetto verso la donna e alle educazione alle relazioni e educare al contrasto nei confronti della violenza di genere. Credo che oggettivamente più di così sarebbe difficile prevedere nei programmi scolastici. Non solo: ma si tratta di obiettivi di apprendimento obbligatori – ha concluso Valditara – e non è vero, come ha detto qualche esponente dell’opposizione, che rientrano solo nelle 33 ore di educazione civica. Rientrano complessivamente in un progetto di educazione civica che è interdisciplinare e che va ben oltre le 33 ore ma caratterizza tutti i programmi scolastici».
La contestazione degli studenti baresi
Domani il ministro sarà a Bari e le organizzazioni studentesche preparano la protesta. «Saremo in presidio, dalle ore 18, di fronte al teatro Petruzzelli, per contestare l’indirizzo politico che il governo e il ministro Valditara stanno portando avanti in materia di istruzione pubblica, mettendo in campo manovre che definanziano le scuole e censurano le voci critiche». Lo annunciano in una nota congiunta Gennaro Cifinelli, presidente di Zona Franka; Sabrina Fanelli, coordinatrice dell’Unione degli studenti Bari; e Sahar Locaputo, coordinatrice dell’Unione degli universitari Bari.
Il ministro dell’Istruzione e del merito presenterà il suo libro “La rivoluzione del buon senso. Per un Paese normale“. «Le politiche messe in campo dal ministro sono ben lontane da quello che si può definire buon senso – proseguono – in quanto producono un Paese in cui ingiustizie e disuguaglianze socio-economiche si riproducono proprio a partire dai luoghi della formazione».
Per gli studenti «scuole e università pubbliche devono tornare a essere un presidio di inclusione ed emancipazione». «Il presidio di domani – concludono – si pone in continuità con le azioni che stiamo portando avanti e che culmineranno nello sciopero studentesco di venerdì 14 novembre, con partenza da piazza Umberto, in cui continueremo a richiedere la piena garanzia del diritto allo studio».