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Tumori, cure al top grazie ai percorsi della Rete oncologica in Puglia: ecco come funziona

Una grande rete a maglie strette che si estende per tutta la regione, definita da nodi con all’interno dei percorsi molto ben identificati: la rete oncologica della Regione Puglia con le sue articolazioni e i percorsi diagnostico-terapeutici deve essere immaginata esattamente così. Perché così è stata disegnata e sviluppata a partire dal 2018 e così continua a essere organizzata e potenziata da AReSS, Agenzia regionale per la salute e il sociale, diretta da Giovanni Migliore.

«I percorsi diagnostico-terapeutici definiscono il punto in cui il paziente entra nella rete, chi ha le competenze per gestirlo al meglio rispetto alle esigenza diagnostiche e di cura e quali procedure devono essere effettuate per avere l’esito migliore», così Mariangela Ciccarese, dirigente Reti cliniche e Pdta AReSS Puglia, definisce i percorsi per le patologie oncologiche che sono stati già identificati sul territorio pugliese.

Le linee guida

Il punto di partenza sono le linee guida internazionali che, naturalmente, individuano uniformemente le procedure migliori per la diagnosi e la cura delle patologie, non solo oncologiche. Tavoli di lavoro multidisciplinare costituiti da esperti sul territorio definiscono poi i Pdta che vengono prima approvati a livello regionale e poi declinati, deliberati e applicati nelle aziende sanitarie, nei policlinici e negli istituti di ricerca e cura. «Al momento, nella Regione Puglia sono stati definiti i percorsi diagnostico-terapeutici dei tumori dell’utero, del polmone, della mammella, del colon-retto, della prostata, del pancreas e del melanoma. In molti casi gli stessi percorsi sono stati anche revisionati nel corso del tempo – dice Ciccarese – al momento abbiamo, inoltre, in revisione il Pdta dell’ovaio, della tiroide, del testa-collo e dei tumori eredo-familiari».

Il tumore della mammella

Una novità importante riguarda il tumore della mammella: «Anche in questo caso siamo in piena fase di revisione – aggiunge la referente per le reti cliniche – e stiamo facendo un’importante azione congiunta per integrare al meglio le attività connesse con lo screening mammografico che oggi rappresenta in moltissimi casi il momento della diagnosi precoce e l’inserimento nelle Breast Unit che specificatamente identificano il percorso di presa in carico delle persone con tumore della mammella. I dati di adesione agli screening oncologici sono sempre in crescita in Puglia e, dunque, dobbiamo integrare i modelli di gestione della diagnosi precoce con quelli di presa in carico a vantaggio del paziente».

I vantaggi organizzativi

La definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici, infatti, offre sicuramente dei vantaggi organizzativi perché chiarisce accessi, ruoli e responsabilità. Ma i vantaggi più significativi sono da rintracciare nella qualità delle cure garantite in maniera uniforme ed equa su tutto il territorio regionale: il paziente viene preso in carico e accompagnato nel suo percorso di cura che è già definito e scandito per passaggi successivi dalla diagnosi ai controlli nella fase di follow-up.

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