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Treni, fondi “dirottati” dalla Linea Adriatica in Puglia a Genova: «Ennesimo colpo di mano»

Centocinquanta milioni di euro, destinati al fondo per la realizzazione della dorsale adriatica dell'alta velocità, sarebbero stati dirottati altrove. La denuncia arriva dal deputato del Partito democratico Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio alla Camera, che parla di un «ennesimo colpo di mano» da parte del governo. Secondo quanto emerso dall'ultima bozza del decreto "Economia",…
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Centocinquanta milioni di euro, destinati al fondo per la realizzazione della dorsale adriatica dell’alta velocità, sarebbero stati dirottati altrove. La denuncia arriva dal deputato del Partito democratico Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio alla Camera, che parla di un «ennesimo colpo di mano» da parte del governo.

Secondo quanto emerso dall’ultima bozza del decreto “Economia”, i fondi sarebbero stati spostati per garantire il completamento della diga foranea di Genova. Una decisione che, per il parlamentare pugliese, segue la sottrazione di altri 600 milioni di euro già avvenuta negli ultimi due anni.

Il disegno dietro i tagli e le conseguenze per il Sud

Pagano sottolinea come dietro questi continui definanziamenti ci sia «un disegno preciso, che mina alla radice ogni possibilità di riequilibrio infrastrutturale tra le aree del Paese».

Il corridoio adriatico, evidenzia, continua a essere escluso dalla rete dell’alta velocità e dell’alta capacità italiana, con ripercussioni negative sulla mobilità, lo sviluppo economico e la coesione territoriale. Da qui la richiesta al governo di ritirare la norma e ripristinare le risorse originariamente previste, considerando l’alta velocità sul versante orientale come un fattore di crescita potenziale.

La modifica è contenuta nell’articolo 2 del decreto Economia, che prevede l’autorizzazione di spesa di 50 milioni di euro per il 2026 e 92,8 milioni di euro per il 2027 per la diga foranea di Genova. Queste somme saranno recuperate tramite una riduzione del fondo istituito dalla legge di bilancio 2021, destinato all’introduzione di treni rapidi da Foggia a Lecce.

Un progetto a ostacoli tra promesse e rinvii

Nonostante le rassicurazioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, la possibilità di accantonare il progetto dell’alta velocità adriatica è in discussione da mesi. Il primo tratto da cantierizzare, tra Bologna, Imola e Castel Bolognese, risulta bloccato da tempo a causa di veti locali. A dicembre 2023, l’allora amministratore delegato di Rfi, Giampiero Strisciuglio (attualmente Ad di Trenitalia), aveva aperto alla prospettiva di «una nuova linea ad alta velocità dedicata» in Puglia, durante un incontro con l’associazione “L’Isola che non c’è”.

Tuttavia, a differenza della linea ad alta capacità Bari-Napoli, la connessione che dovrebbe dimezzare i tempi di percorrenza tra Bari o Lecce e città come Bologna o Ancona rimane un obiettivo distante.

Nonostante il governo Draghi avesse istituito nel 2021 un fondo quinquennale da 5 miliardi di euro per la progettazione esecutiva, il progetto sembra in stallo.

Il taglio si aggiunge ad altre decurtazioni che hanno generato proteste dalle forze di opposizione, in particolare dal Pd. Tra queste, il sacrificio del nodo ferroviario di Bari, e il definanziamento di 115 milioni di euro per il primo stralcio del raddoppio della statale 100 Bari-Taranto.

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