In nove anni di attività sono 1.300 le persone prese in carico nell’ambito di “La Puglia non tratta“, progetto promosso dalla Regione Puglia con nove soggetti attuatori e finanziato dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di spezzare la catena invisibile dello sfruttamento degli esseri umani e restituire dignità e speranza alle vittime.
Oltre 24mila i contatti mentre 550 sono stati gli interventi di prossimità. I dati sono stati presentati nell’ambito del convegno nazionale “Le nuove sfide del contrasto alla tratta” organizzato dalla Regione Puglia nello Spazio Murat di Bari.
Nel dettaglio, dei 24.159 contatti, 8.780 sono uomini (70 dei quali presumibilmente minori), 14.319 donne (39 minori) e 1.060 persone trans.
Le Unità di strada sono intervenute in 1.888 casi, di cui 1.233 in ambito di sfruttamento sessuale, 521 in ambito di sfruttamento lavorativo, 26 in ambito di accattonaggio e 108 negli insediamenti informali.
La giornata, aperta dalla proiezione dello spot “La Puglia non Tratta” di Alessandro Piva, ha offerto l’occasione di un confronto sulle principali emergenze e proposte programmatiche.
La Regione Puglia, ha dichiarato il presidente Michele Emiliano, «ha tante persone che lavorano per capire in che modo le organizzazioni criminali si possano infilare nei flussi migratori legali o illegali per far venire in Italia uomini e donne ai fini di sfruttamento sessuale o lavorativo. Un fenomeno complesso che va inserito in analisi geopolitiche molto complicate e che riguarda esseri umani che attraversano guerre, mancanza di acqua e di cibo e malattie. Serve una grande e altissima specializzazione che la Regione sta tentando di patrimonializzare per passarla, poi, alle generazioni successive all’interno della sua struttura organizzativa. Questo è un grande orgoglio di questi nove anni di lavoro».
Per l’assessora regionale alla Cultura e alla Legalità, Viviana Matrangola, «la tratta degli esseri umani è un crimine che offende tutta l’umanità. Davanti allo sfruttamento degli esseri umani, però, la Puglia non volta lo sguardo», ha sottolineato, evidenziando come grazie a “La Puglia non Tratta” «abbiamo messo in campo strumenti concreti che integrano accoglienza, protezione, formazione e inserimento socio-lavorativo».
Il presidente di CROAS Puglia Massimiliano Fiorentino ha rimarcato il ruolo svolto dagli assistenti sociali «nei servizi territoriali e negli ospedali, soprattutto per intercettare le sacche di povertà e le criticità di cui sono portatrici le persone migranti e le loro famiglie».