SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Tessile in crisi in Puglia, rischio licenziamenti: «Ora Decontribuzione e Cig più larga»

Il crollo o le cessioni all’estero dei grandi marchi della moda italiana, l’assalto delle piattaforme cinesi, Temu e Shein su tutto, ma soprattutto la cancellazione della Decontribuzione da parte del governo centrale. Sono questi alcuni dei fattori che stanno distruggendo il settore del tessile e dell’abbigliamento in Puglia che conta nella filiera 3.722 imprese registrate,…
maglificio

Il crollo o le cessioni all’estero dei grandi marchi della moda italiana, l’assalto delle piattaforme cinesi, Temu e Shein su tutto, ma soprattutto la cancellazione della Decontribuzione da parte del governo centrale. Sono questi alcuni dei fattori che stanno distruggendo il settore del tessile e dell’abbigliamento in Puglia che conta nella filiera 3.722 imprese registrate, di cui 1.587 artigiane, il 42% del totale per oltre 23mila addetti con circa 16mila impiegati in micro e piccole imprese e 4mila in cassa integrazione. Un vero e proprio distretto produttivo concentrato fra Salento, Bat e Sud-Est barese.

Il confronto

Ieri nella task force per il lavoro s’è tenuto un primo tavolo di crisi convocato dall’assessora al ramo, Serena Triggiani, insieme ai colleghi allo Sviluppo, Alessandro Delli Noci, e al Lavoro, Sebastiano Leo. All’incontro c’erano associazioni datoriali e sindacati. Tutti concordi, alla fine, sull’evidenza che si è di fronte a una crisi globale del settore moda che vede coinvolte tutte le regioni, ma che in Puglia fa più male considerando l’incidenza del fatturato sul Pil che sfiora il 15%. Non a caso, dal 2023 al 2024, sono raddoppiate le ore di cassa integrazione da due a quattro milioni.

Le proposte

Di qui le soluzioni proposte da sindacati e associazioni datoriali fra cui Confindustria, Cna, Cgil, Cisl e Uil. A partire dalla modifica della cassa integrazione che non copre le piccole e piccolissime aziende, al di sotto dei 15 dipendenti, l’ossatura della filiera moda pugliese. Al governo centrale l’appello a ripristinare la Decontribuzione per le assunzioni che dopo la cancellazione ha spezzato le gambe a centinaia di aziende pugliesi mettendo sulla graticola migliaia di posti di lavoro. Ancora, la riscrittura della rappresentanza sindacale per evitare i fenomeni di dumping contrattuale degli ultimi anni: sigle minori che hanno firmato contratti di lavoro peggiorativi rispetto a quelli tradizionali.

Le misure

La Regione Puglia ha assicurato interventi a breve con la messa a punto di una serie di strumenti sul fronte della formazione e della riqualificazione con un plafond di 22 milioni rastrellati dagli aiuti per il Covid. Ma anche sul fronte degli investimenti. Una nuova politica industriale, insomma, che valorizzi la seconda manifattura italiana per numero di addetti, con l’adozione di interventi mirati a sostenere l’imprenditorialità con particolare attenzione alle politiche di filiera e di sostenibilità che considerino legalità, salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori come elementi prioritari con un impegno diretto e costante del ministero alle Imprese e al Made in Italy sui tavoli di crisi.

ARGOMENTI

attualità
cassa integrazione
crisi
decontribuzione
lavoro
puglia
task force
tessile

CORRELATI

array(3) {
  [0]=>
  int(405789)
  [1]=>
  int(405744)
  [2]=>
  int(405602)
}

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!