Associazione a delinquere, disastro ambientale permanente e gestione di rifiuti non autorizzata per aver alterato l’ecosistema del litorale ionico, con incursioni anche sulle coste di Bari, Brindisi e Lecce. Dopo quattro anni e mezzo di processo, finisce con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo ai trafficanti di oloturie, i cosiddetti «cetrioli di mare», che per l’accusa sarebbero stati asportati fin dal gennaio del 2015 per poi essere rivenduti in Cina e Giappone, e causando l’estinzione dei molluschi.
Le famiglie
A processo erano in 14, perlopiù appartenenti a due gruppi familiari: quello capeggiato da Giuseppe Catapano, e composto da sua moglie Anna Donatello e da suo figlio Cosimo. L’altro, diretto da Emanuele Catapano e di cui avrebbero fatto parte sua moglie Anna Fuggetti, il figlio Cosimo e Tommaso Dilonardo.
Assolti, infine, anche Franco Fuggetti, Angelo Giangrande difeso dall’avvocato Antonio La Scala, Giorgio De Benedictis, Francesco Cardano, assistiti dall’avvocato Giuseppe Mari (studio Fps), Paolo Buonafonte, Pietro Altamura e Pietro Martucci difesi, tra gli altri, dagli avvocati Nicola Cervellera, Gaetano Cimaglia, Giovanni Fiorino e Leonardantonio Cassano.
La decisione
Il tribunale, ieri, nonostante la Procura avesse chiesto condanne fino a 4 anni di reclusione, ha ritenuto di assolverli tutti, a distanza di 10 anni dai fatti contestati. Quelli, in sostanza, di avere utilizzato piccoli pescatori abusivi per la pesca di tonnellate di oloturie, “strappate” dai fondali marini, così “cagionando un grave danno alla biodiversità presente nei tratti di mare interessati, nonché l’alterazione grave ed irreversibile dell’ecosistema marino ivi esistente.
Operando poi – si legge ancora nel capo d’imputazione – lo smaltimento illecito dei residui di tali esemplari, che invece di essere smaltiti secondo la tipologia di rifiuti speciali, erano gettati in mare”.