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Stop al “Reddito di cittadinanza”, Servizi Sociali di Taranto presi d’assalto

L'ultima rata percepita è quella del 27 luglio. Nei giorni scorsi, migliaia di famiglie hanno ricevuto dall’Inps nazionale il messaggio di sospensione dell’erogazione del “Reddito di cittadinanza” a partire da agosto, per i nuclei familiari nei quali non ci sono disabili, minori o over 65, come previsto dalla nuova normativa. Questa mattina a Taranto gli uffici…

L’ultima rata percepita è quella del 27 luglio. Nei giorni scorsi, migliaia di famiglie hanno ricevuto dall’Inps nazionale il messaggio di sospensione dell’erogazione del “Reddito di cittadinanza” a partire da agosto, per i nuclei familiari nei quali non ci sono disabili, minori o over 65, come previsto dalla nuova normativa.

Questa mattina a Taranto gli uffici dei Servizi sociali del Comune sono stati presi d’assalto dai cittadini che, ricevuto l’sms dell’Inps sulla sospensione del reddito di cittadinanza, cercavano risposte e chiarimenti sulla presa in carico delegata ora ai Comuni.

La comunicazione ha scatenato la reazione di centinaia di persone che hanno inondato di chiamate l’assessore Gabriella Ficocelli e hanno preso d’assalto gli uffici dei Servizi Sociali per ottenere chiarimenti in merito.

«Ci siamo trovati a dover gestire centinaia di persone, di età compresa tra i 18 e i 59 anni – ha spiegato Ficocelli – a noi sconosciute perché in carico ad Arpal o ai “Centri per l’Impiego”. Come detto loro, occorre chiarire che è inutile recarsi ai Servizi Sociali perché chi ha perso il RdC ed è ritenuto occupabile, cioè ha tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei “Centri per l’Impiego” e dell’Inps. Fino a dicembre, il RdC sarà ancora erogato alle persone che hanno a carico dei minori, agli ultrasessantenni e a coloro che hanno disabili nel nucleo familiare. A loro, da gennaio 2024, sarà poi garantito un contributo non inferiore a 480 euro, sempre su segnalazione dei “Centri per l’Impiego”, attraverso una piattaforma che metterà in collegamento queste strutture e i Servizi Sociali. L’appello che rivolgiamo ai cittadini, dunque, è quello di non recarsi per questo motivo nelle nostre sedi, poiché le assistenti sociali e tutto il personale amministrativo non possono fare nulla: la presa in carico avviene attraverso una piattaforma gestita prima dai “Centri per l’Impiego” e solo dopo arriva ai Servizi Sociali. Occorre che anche il Governo intervenga immediatamente per chiarire, prima che gli assalti si trasformino in aggressioni».

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