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Stop ai rapporti di Bari e la Puglia con Israele, c’è un esposto: «Atti gravi e pericolosi»

Finisce a carte bollate l’iniziativa della Regione Puglia e del Consiglio comunale di Bari che, nei giorni scorsi, hanno deciso di interrompere i rapporti con i rappresentanti del governo Netanyahu alla luce del massacro dei palestinesi perpetrato dalle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza. Gianfranco Passalacqua, storico difensore di Vittorio Cecchi Gori e titolare…
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Finisce a carte bollate l’iniziativa della Regione Puglia e del Consiglio comunale di Bari che, nei giorni scorsi, hanno deciso di interrompere i rapporti con i rappresentanti del governo Netanyahu alla luce del massacro dei palestinesi perpetrato dalle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza. Gianfranco Passalacqua, storico difensore di Vittorio Cecchi Gori e titolare di uno studio legale romano, firma un esposto al generale Pasquale Angelosanto, coordinatore per la lotta all’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, arrivando a sollecitare persino l’intervento della magistratura.

L’esposto

Nel documento Passalacqua bolla come «atti gravi e pericolosi» sia la lettera con cui il governatore Michele Emiliano ha invitato dirigenti e dipendenti della Regione Puglia a interrompere ogni rapporto con i rappresentanti istituzionali del governo Netanyahu, sia l’ordine del giorno con cui il Consiglio comunale di Bari ha dichiarato non gradita la partecipazione dello Stato di Israele alla prossima edizione della Fiera del Levante e ai saloni specializzati. Secondo l’avvocato romano, infatti, certe prese di posizione possono alimentare «un clima di intolleranza antisemita». «Non si è in presenza di una iniziativa di critica legittima al governo di un Paese storicamente alleato dell’Italia – si legge nell’esposto – ma si introducono elementi che riguardano direttamente cittadini, istituzioni e organizzazioni israeliani che vengono addirittura additati come indesiderati con riferimento a manifestazioni commerciali e culturali che invece vedono regolarmente presenti, senza alcuna critica, Paesi che finanziano o supportano organizzazioni terroristiche».

Il presupposto

Nell’esposto si fa riferimento alla Strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo, adottata a gennaio scorso, che stigmatizza la “espressione di opinioni anti-israeliane che vanno oltre i limiti della critica politica in cui Israele è condannato per alcuni atti mai attribuiti ad altri Stati e dove la condanna si riversa dallo Stato ebraico a tutti gli ebrei”. Ecco perché l’autore della segnalazione al generale Angelosanto definisce le iniziative della Regione Puglia e del Comune di Barin come «un gravissimo vulnus» perché capaci di alimentare «una confusa e strumentale sovrapposizione tra Governo israeliano, Stato di Israele, cittadini israeliani ed ebrei non israeliani». Tanto più che, davanti al massacro dei palestinesi in corso a Gaza, molti israeliani hanno preso le distanze dall’escalation militare nella Striscia sostenuta dal governo Netanyahu.

L’appello

Di qui la sollecitazione che Passalacqua rivolge al coordinatore per la lotta all’antisemitismo affinché valuti ogni possibile iniziativa nei confronti della Regione Puglia e del Comune di Bari, a cominciare dalla denuncia all’autorità giudiziaria per «accertare la sussistenza degli estremi di reato».

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