Caldo e caos, per i lidi balneari. E la scure della direttiva Bolkstein che incombe sugli imprenditori. Stabilimenti aperti per ora, ma con riserva. Sui 258 Comuni pugliesi due hanno già emanato i bandi per le nuove concessioni: Ginosa e Castellaneta Marina. Ed è l’inferno. «Siamo pronti alla protesta, il sindaco di Castellaneta ci costringe a ricorrere al Tar», afferma Antonio Sisto, presidente Sib Taranto.
I bandi sono imposti dall’Ue che non vuole più per l’Italia che si vada avanti con le proroghe per le aree demaniali (è questo ciò che prevede la Bolkestein). I Comuni hanno l’obbligo di indire gare, ma ognuno ormai procede autonomamente, per evitare tutto questo l’Anci sta tentando di lavorare ad una sorta di regolamento, in attesa del decreto ministeriale.
Gli indennizzi
La partita si giocherà da qui a poco: a metà maggio il Ministero dei Trasporti deciderà sugli indennizzi da dare a chi per 30/40 anni ha gestito le spiagge e ha investito in strutture edili (non saranno riconosciute le opere abusive).
I Pua? Un miraggio
I Comuni invece hanno tempo fino a dicembre del 2027 per fornirsi di un PUA (Piano di Utilizzo degli Arenili) e di emanare i bandi, questo è almeno ciò che il Ministero è riuscito a strappare all’Unione Europea. Solo 7 i Comuni in Puglia che hanno un Pua, tra questi c’è Ginosa e Castellaneta. Qui le spiagge sono aperte, ma i gestori potrebbero cambiare. Per molti questa sarà l’ultima estate. Per Ginosa si attende il responso del Tar, dopo che i 12 concessionari sono ricorsi contro la gara comunale. Il bando qui prevede 20 concessioni, 12 stabilimenti balneari, 4 spiagge libere con servizi, 2 aree attrezzate per animali e 2 concessioni per ormeggio. A Castellaneta la situazione è più complessa: secondo la normativa regionale, almeno il 20% delle spiagge deve restare libero o destinato a spiaggia libera con servizi, ma qui pare che non sarà così, il nuovo bando appena pubblicato, prevede 30 gare dal 2026 con 19 spiagge libere con servizi, solo 4 stabilimenti balneari (ad oggi ce ne sono 22), 3 aree sportive, 2 aree per ormeggio imbarcazioni e natanti, un’area attrezzata per animali e un’area dedicata al turismo naturista.
Una scelta che rischia di essere impugnata davanti al Tar. «Il Comune inoltre ci chiede – continua Sisto del Sib – dai 26 ai 40mila euro l’anno come contributo concessorio. Una follia. E poi le spiagge attrezzate? Sarà nostra cura la pulizia e la manutenzione, ma quanto verrebbe a costare? Ad oggi andiamo avanti con una sorta di concessione temporanea, quella che viene richiesta per gli eventi. L’estate passerà così, ma dopo?».