«Dopo l’incontro in Regione Puglia sulla vertenza Sir Brindisi abbiamo ottenuto la cassa integrazione per 76 lavoratori». Così Andrea Toma, segretario regionale Uil Puglia con delega all’industria. «Si è chiuso l’ennesimo capitolo di un territorio che ha un tessuto produttivo che sconta una serie di criticità che ricadono sui lavoratori».
L’azienda opera nel complesso industriale di Cerano e l’Enel ha dichiarato che la centrale, nell’avvento della decarbonizzazione, non ha ancora un quadro industriale chiaro. «L’emblema di un tessuto industriale – spiega Toma – in enorme sofferenza, in cui circa 2mila lavoratori rischiano il loro futuro. È tempo di intervenire e di pretendere un piano industriale dall’Enel che dia a Brindisi un’occasione di sviluppo e non di cassa integrazione. Ma è anche il momento di aprire un ragionamento più ampio e capillare sul futuro industriale e occupazionale della provincia: per questo abbiamo chiesto ufficialmente il tavolo regionale di sviluppo per Brindisi che individui misure e risorse disponibili per rilanciare uno dei territori più penalizzati della Puglia».
«Un terzo di tutte le vertenze sul tavolo del Mise – conclude Toma – sono pugliesi, la vertenza Brindisi nel suo complesso non fa che aggravare una situazione già di per sé molto preoccupante».