Senz’acqua, con i rubinetti di case e aziende a secco e la produzione agricola crollata: per decine di Comuni pugliesi il 2024 è stato un anno da dimenticare. Eppure 178 di loro risultano esclusi dall’assegnazione dei 112 milioni di euro che un recente decreto ministeriale ha messo a disposizione delle amministrazioni locali: una circostanza che spinge i vertici di Coldiretti a chiedere l’intervento della Regione per far sì che i Comuni penalizzati possano ricevere le risorse necessarie al rilancio del comparto agricolo.
Il problema in Puglia
Il motivo dell’esclusione è paradossale. Per delimitare e classificare le aree colpite dalla siccità, in base al calcolo della produttività di ciascun appezzamento, è stata utilizzata la metodologia dei Copernicus Land Monitoring Services che si basa sui dati dei satelliti Sentinel di Copernicus. Questi satelliti, però, non hanno rilevato danni sul territorio di Comuni le cui campagne, invece, sono state martoriate dalla siccità prima nell’autunno del 2023 e poi a oltranza nel 2024. Risultato? Nemmeno un euro a 178 amministrazioni pugliesi su 257 totali, praticamente più del 69%.
È il caso, per esempio, di Otranto, Porto Cesareo e Santa Cesarea Terme in Salento; Alberobello, Canosa di Puglia e Minervino Murge tra provincia di Bari e Bat; Brindisi, Ceglie Messapica e Carovigno nel Brindisino; Laterza, Massafra e Statte nel Tarantino; Apricena San Nicandro Garganico, San Severo in provincia di Foggia. «Con questo sistema – spiega Pietro Piccioni, direttore della Coldiretti pugliese – sono rimasti fuori Comuni che hanno vissuto un 2024 da incubo a causa della siccità, ma non sono stati rilevati dai satelliti. Eppure la Regione Puglia, nella declaratoria di calamità naturale, ha riscontrato e cristallizzato il dato che l’intero territorio è stato colpito dalla siccità nel 2024».
L’appello
Tra 2023 e 2024 la siccità ha fatto balzare alle stelle i costi del carburante per l’irrigazione e dimezzato le produzioni di ciliegie, grano, miele e olive. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con una impennata delle spese a carico delle aziende per l’acquisto di mangimi per gli animali nelle stalle; gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre un vasetto di miele su due con le api stremate senza cibo a causa delle fioriture azzerate. Senza dimenticare che la campagna di raccolta delle olive ha assicurato il 40% in meno di prodotto rispetto al 2023. Di qui l’appello rivolto da Coldiretti alla Regione Puglia: «Stiamo sostenendo l’attivazione di ogni strumento, nazionale e regionale, volto al ristoro economico degli agricoltori colpiti dalla siccità – fa sapere il presidete Alfonso Cavallo – Perciò chiediamo un incontro urgente all’assessore Donato Pentassuglia per aiutare i Comuni esclusi».
La situazione lucana
Se la Puglia piange, la Basilicata di certo non ride. Secondo Coldiretti, infatti, i 15 milioni del Fondo di emergenza nazionale non sono sufficienti. «Gli importi degli aiuti fin qui erogati affronterebbero solo in parte le difficoltà patite dagli agricoltori – osserva il presidente Antonio Pessolani – Quelli messi a disposizione dal Ministero sono pochi fondi e per di più c’è molta confusione e poca chiarezza sui metodi adottati per l’individuazione dei territori e delle percentuali di danno».
Secondo Coldiretti, nel Potentino i danni alle coltivazioni di cereali, a partire dal grano, arrivano fino al 90%, così come per foraggere e leguminose. Ingente anche la perdita di produzione olivicola nelle aree collinari, che in alcuni casi ha superato l’80%. L’emergenza idrica ha reso difficoltosa la gestione delle produzioni ortofrutticole, soprattutto nel Materano. Di qui la necessità di un intervento della Regione Basilicata.