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Siccità, emergenza senza fine: tra Puglia e Basilicata manca un terzo dell’acqua rispetto al 2023

Ci sono due Italia, una dove i nubifragi provocano tragedie e l’altra, quella del Meridione dove l’acqua manca. Anche oggi, anche in inverno. Sono i dati che vengono fuori dal report settimanale dell’Anbi. Il raffronto con l’anno scorso è impietoso: in Basilicata c’è un deficit idrico di oltre 153 milioni di metri cubi; nel Nord della Puglia si registra 95 milioni di metri cubi . In Basilicata oltre alle dighe Camastra e Basentello, ormai praticamente svuotate, l’invaso di Monte Cotugno raccoglie appena il 13% dell’acqua invasabile.

La diga di Occhito

Tra la Puglia ed il Molise, la grande diga di Occhito trattiene solo 28,34 milioni di metri cubi, corrispondenti all’11% del volume autorizzato di riempimento, nel complesso, in Capitanata, restano risorse disponibili pari a milioni di metri cubi 33,91. Lo scorso anno erano 129 milioni.

Il resto del sud

La situazione nelle altre regioni del sud non è molto diversa. Non sarà facile per il Mezzogiorno d’Italia uscire da questa emergenza, considerando che, quando è iniziata (poco più di un anno fa), le riserve idriche erano decisamente superiori alle attuali. «Ora c’è da chiedersi: quanta acqua dovrebbe cadere dal cielo nelle prossime settimane per pareggiare i conti quantomeno con il 2023 e poi comunque ritrovarsi già a primavera ad affrontare una nuova emergenza idrica», dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Le emergenze idro-climatiche e le richieste dello stato di calamità naturale stanno diventando una drammatica consuetudine. Segno del cambiamento climatico da un lato, ma anche di dighe e reti idriche sempre più vetuste che disperdono gran parte delle acque raccolte. Oltre la Basilicata e la Puglia altre criticità si riscontrano in Molise, dove vigono ancora turnazioni ed interruzioni nelle erogazioni, così come in Abruzzo caratterizzato da bacini vuoti, resta col contagocce l’acqua nelle province calabresi di Reggio e di Crotone, dove gli invasi, in alcuni casi, trattengono ormai solo tra il 10% ed il 20% della capacità (addirittura il 4% nel bacino del Menta). Drammatica la situazione in Sicilia (52 milioni utilizzabili, ne mancano 143) e Sardegna (l’anno scorso c’erano 210 milioni di mc d’acqua in più negli invasi).

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