C’è il rischio che l’Italia perda una buona parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, destinati alla costruzione di asili nido. Fondi destinati soprattutto a riequilibrare il territorio dal punto di vista dei servizi formativi proprio perché il quasi 50% erano destinati al Sud.
Ancora una volta il mezzogiorno si distingue per inefficienza: Campania, Sicilia e Calabria le regioni che hanno presentato il minor numero di richieste di accesso ai soldi.
In questo quadro disastroso la Puglia si distingue in termini di sempre maggiore attenzione ai più piccoli con un numero di richieste che ha sforato il budget regionale disponibile. Il bando avviato per costruire nuove scuole, per fare manutenzione in quelle vecchie e per aumentare le dotazioni digitali aveva un budget di 5,2 miliardi cui si aggiungevano 2,4 miliardi di euro per gli asili nido e 600 milioni per le scuole dell’infanzia.
Tutto era stato pensato per far crescere l’offerta educativa sia per la fascia 0-2 (asili nido) sia per la fascia 3-6 (scuole dell’infanzia), grazie alla realizzazione di nuovi spazi o alla messa in sicurezza di strutture già esistenti. L’obiettivo quello di migliorare il servizio offerto alle famiglie in termini di assistenza e supporto all’infanzia per incrementare il tasso di natalità e assicurare politiche lavorative di parità di genere, oltre che occupazione femminile.
Al momento ci si interroga sulle ragioni del flop.
Si ipotizzano oggettive difficoltà dei comuni soprattutto dei più piccoli a produrre la documentazione necessaria, a causa di mancanza di figure tecniche per poter avviare le procedure di adesione ai bandi piuttosto che di timori legati alle spese di manutenzione dei nuovi immobili, che sarebbero a carico dei comuni.
Certo è che anche gli occhi del governo sono puntati sul tema. «Abbiamo bisogno di più scuola a tempo pieno, soprattutto laddove c’è più difficoltà e povertà educativa. Abbiamo ancora troppa dispersione scolastica, da parte di ragazzi che non vedono nella scuola il loro riferimento. E questo è molto diverso tra aree diverse. Dobbiamo dare più attenzione ai nostri 8 mila dirigenti, serve la formazione del personale della scuola, va investito di più». Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi davanti alla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Inoltre lo stesso ministero dell’Istruzione e quello della Coesione territoriale comunicano la possibile riapertura straordinaria dei termini, con la scadenza che slitta dal 28 febbraio 2022 al 31 marzo.
Sarà necessario a questo punto utilizzare il tempo concesso per sensibilizzare i comuni e soprattutto per dare loro gli strumenti conoscitivi necessari per poter accedere ai fondi.










