Serrare le fila, stabilire un programma di fine mandato, mettersi alle spalle il flop dell’ultimo Consiglio regionale: questi gli ingredienti del vertice di maggioranza convocato oggi alle 13 in videoconferenza e al quale dovrebbe prender parte il governatore Michele Emiliano.
I numeri
In primo piano la necessità di recuperare i numeri necessari ad andare avanti dopo le dimissioni dell’ex assessore Alessandro Delli Noci, sostituito dal consigliere Antonio Raone che nel frattempo è passato nei ranghi di Forza Italia. L’esigenza è ancora più impellente dopo che il centrodestra ha depositato la seconda mozione di sfiducia nel giro di due anni contro il governatore Emiliano. Il testo dovrebbe andare in discussione agli inizi di luglio e, per quella data, il centrosinistra deve rastrellare i 26 voti necessari per bocciare l’iniziativa lanciata da Fratelli d’Italia. L’operazione è tutt’altro che semplice, considerando i malpancisti – i consiglieri regionali Michele Mazzarano, Massimiliano Stellato e Maurizio Bruno – e la linea “ballerina” dei Cinque Stelle che non hanno ancora deciso se astenersi o addirittura appoggiare la “spallata” del centrodestra.
La “anti-sindaci”
A seguire la complicata questione della legge “anti-sindaci”, ribattezzata “anti-Decaro”, che obbliga i primi cittadini a dimettersi sei mesi prima della fine del mandato in caso di successiva candidatura alle regionali. Sul punto il Consiglio regionale è chiamato a esprimersi entro il 9 luglio, data in cui è prevista la sentenza della Corte Costituzionale dopo che il cavillo di legge, approvato nell’ultimo bilancio, è finito nel mirino del Governo centrale. Il nuovo testo prevede di riportare indietro le lancette con i sindaci che devono dimettersi il giorno della presentazione delle liste. Tuttavia non mancano le divisioni, per esempio nel gruppo Con dove il consigliere Stefano Lacatena spinge per ripristinare le vecchie regole e il resto del gruppo per stabilire un termine di 60 giorni.
Il Consiglio
Durante il vertice si deciderà il da farsi sulle proposte di legge da inserire nella prossima seduta di Consiglio regionale, a partire dalla riforma del terzo settore, al palo da oltre un anno, affossata nell’ultima seduta per le defezioni in seno alla maggioranza, in particolare da parte dei gruppi civici. A seguire la norma che istituisce i distretti dei talenti e altre leggine minori. Su tutto l’esigenza di rimettere insieme i cocci per chiudere dignitosamente questi ultimi mesi di legislatura.