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Screening oncologici, è scontro fra sanità pugliese e Agenas: «Numeri gravemente errati»

È scontro frontale fra la sanità pugliese e Agenas sui dati relativi all’adesione agli screening oncologici. Per la seconda volta in pochi mesi, l’agenzia sanitaria nazionale ha diffuso numeri ritenuti «gravemente errati» dalla Regione Puglia, generando — denunciano da Bari — un danno d’immagine all’intero sistema sanitario locale e agli sforzi compiuti negli ultimi anni per recuperare ritardi storici proprio sul fronte della prevenzione. La scintilla parte dalla nuova pubblicazione delle performance sugli screening, nella quale – secondo Agenas – la Asl Bari figurerebbe tra le peggiori realtà italiane per adesione ai programmi di prevenzione dei tumori. Una fotografia che la Regione respinge con forza.

Il direttore del Dipartimento Politiche della Salute, Vito Montanaro, e il dirigente della sezione Promozione della Salute, Nek Albano, parlano di «errore macroscopico» nella gestione dei dati da parte dell’agenzia. Un corto circuito informativo che, sottolineano, non è nuovo. Già nel maggio 2025, infatti, la Puglia aveva chiesto una rettifica di dati simili, poi corretti. «È inaccettabile — affermano — che nel giro di pochi mesi vengano nuovamente diffuse informazioni sbagliate, capaci di minare la credibilità di un lavoro complesso e strutturato portato avanti dalle aziende sanitarie locali». I numeri ufficiali inviati dalla Regione ad Agenas, infatti, delineano tutt’altra realtà. Sul fronte dello screening mammografico, la Puglia registra un’adesione media del 45%, con la Asl Bari al 38%, la Asl Foggia al 39% e la Asl Bat al 60%: valori lontanissimi dal clamoroso 3,8% attribuito da Agenas alla Asl del capoluogo. Errori simili emergono anche negli altri programmi.

Lo screening del colon retto mostra un’adesione regionale del 24%, con picchi del 31% nella Asl Bt e del 28% a Brindisi e Lecce; la Asl Foggia si ferma al 17%. Per lo screening della cervice uterina, l’adesione si attesta al 40%, con risultati migliori a Brindisi (48%) e Taranto (47%), mentre Foggia rileva un 35%.La Regione rivendica poi il «significativo miglioramento» certificato dall’Osservatorio Nazionale Screening, che per il 2024 accredita alla Puglia performance superiori alla media del Sud Italia in tutti e tre i programmi. Lo screening cervicale raggiunge il 41,7% (media italiana 42%), quello mammografico arriva al 55,5%, superando sia la media nazionale (53,8%) sia quella meridionale (40,1%).

Sul colon retto, la Puglia totalizza un’adesione del 24,9%, in linea con i dati del Mezzogiorno (21,1%) ma ancora lontana dalla media nazionale (35,8%).A migliorare sensibilmente è anche l’estensione degli inviti, con la Regione che supera la media italiana in tutti gli screening, segnale — spiegano da Bari — di un sistema in crescita e orientato alla prevenzione.

Alla luce della nuova controversia, la Puglia chiede ad Agenas una rettifica immediata dei dati presenti sul portale delle performance e delle informazioni già circolate sulla stampa. Contestualmente, sollecita il Ministero della Salute a un chiarimento definitivo sulle modalità di raccolta ed elaborazione dei flussi informativi tra i diversi enti, «per evitare sovrapposizioni, incongruenze e soprattutto errori che compromettono la fiducia dei cittadini nei programmi di prevenzione».

«La trasparenza e la correttezza dei dati — concludono Montanaro e Albano — sono la base di ogni valutazione seria dei servizi sanitari. Non possiamo permettere che imprecisioni così gravi mettano a rischio il rapporto con i cittadini e il percorso di miglioramento avviato dalla Regione Puglia».

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