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Sciopero dei medici di base: l’1 e 2 marzo in 300 dalla Puglia a Roma – VIDEO

L’1 e 2 marzo i medici di medicina generale incroceranno le braccia.

Allo sciopero indetto dai sindacati Smi e Simet aderiranno i medici di famiglia, del 118 e delle guardie mediche. Saranno all’incirca 300 in Puglia, almeno una quarantina a Bari e provincia.
Le motivazioni alla base dello sciopero riguardano ciò che è accaduto nei due anni di pandemia Covid e il diniego del voto del Senato per il riconoscimento di un’indennità alle famiglie dei 400 medici morti per Covid indennità.
Ma i medici reclamano anche diritti da lavoratori, con riposi che durante questi due anni di crisi sanitaria sarebbero svaniti, riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, più tempo per sé e per i pazienti, che vi sia un alleggerimento delle pratiche burocratiche che tolgono tempo a compiti clinici diagnostici e di prevenzione per quelli amministrativi di base, per supplire alla carenza di altre figure professionali delle Asl, sottraendo tempo da dedicare ai pazienti con fragilità croniche. E ancora denunciano la carenza di personale medico, che nei prossimi cinque anni potrà diventare drammatica, per garantire assistenza primaria, continuità assistenziale, medicina dei servizi, del 118, medicina penitenziaria, della dirigenza medica ospedaliera e di personale infermieristico e amministrativo di studio.
In Puglia, oltre ai circa 300 studi medici che potranno rimanere chiusi nel giorno di sciopero, con la garanzia di assistenza per i casi gravi e per la continuità assistenziale dei malati cronici o terminali, ci sarà una delegazione di una quarantina di medici in partenza per Roma (circa 15 da Bari e provincia) per manifestare durante la giornata del 2 marzo sotto la sede del ministero della Sanità. Durante la manifestazione sarà dedicato un minuto di silenzio per ricordare i colleghi morti a causa del Covid.
Pina Onotri, segretario generale dello Smi ha scritto al presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro chiedendo, per suo tramite, a tutti i sindaci d’Italia che sono l’autorità sanitaria di ogni comune di «condividere i motivi dello sciopero dei medici di medicina generale».
«La medicina del territorio – scrive Onotri – rappresenta il primo presidio sanitario territoriale  e i medici di medicina generale, sono stati sempre al fianco dei sindaci dei comuni  nell’opera di prevenzione  e di cura dei cittadini».
«Scioperiamo perché rivendichiamo, come tutti gli altri lavoratori, tutele concrete quali ferie, maternità, malattia; reclamiamo tutele certe in materie di sostegno ad handicap e sostituzioni per poter fruire del meritato riposo, nonché politiche serie sulle pari opportunità. In questa pandemia, che  ha travolto il mondo, sono le donne medico che hanno pagato il prezzo più alto. Il diritto al lavoro si deve coniugare al diritto alla  vita familiare e personale. Il nostro sciopero, in definitiva,  è per la difesa dei diritti dei medici, diritti senza i quali non può essere garantita l’assistenza ai cittadini. Scioperiamo per difendere la sanità pubblica, bene comune», conclude.

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