Schiuma bianca nel mare di Barletta, la rassicurazione: «Fenomeni naturali»

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«Mi sono imbattuto in molti post e servizi sulle biomasse spiaggiate. La posidonia oceanica contribuisce nella lotta all’erosione costiera, preserva l’ecosistema ma spesso succede che la sua presenza è poco gradita ai bagnanti, la considerano un rifiuto piuttosto che un componente naturale. La scarsa comunicazione e divulgazione delle istituzioni sul tema creano percezioni ai bagnanti e un ostacolo al turismo e alla balneazione. La Posidonia non è fonte di malattie, anche se emana un odore sgradevole quando si trova sulle spiagge, non produce sostanze tossiche. Per non parlare della schiuma di mare. È opportuno precisare che nella maggioranza dei casi si tratta di fenomeni naturali come ad esempio le mucillagini, spiegatelo anche a coloro che trattano la spiaggia come un campo da arare (proprietari e gestori di lidi). Questi fenomeni non possono essere attribuiti a fonti di inquinamento antropico, (infatti se prendete in mano un pezzo di schiuma ne sentirete il suo cattivo odore di decomposizione organica). Per confermare questa tesi è preferibile eseguire i campionamenti come già si sta procedendo», è parte di quanto si legge in un post pubblicato dal sub ambientalista barlettano, Antonio Binetti, esorcizzando le paure dei bagnanti in merito al caso “bolle e chiazze” in mare a Ponente che da qualche giorno è agli “onori delle cronache”.

Dello stesso avviso sembra essere anche il circolo Legambiente Barletta, che tramite il suo presidente, Raffaele Corvasce ha chiarito, sempre sui propri canali social, che: «Non basterebbero poche pagine per spiegare quali potrebbero essere le cause responsabili della formazione della schiuma in mare, del perché le biomasse spiaggiate non andrebbero rimosse, dell’importanza dei nostri progetti di rinaturalizzazione delle aree costiere che, oltre a dare valore naturalistico e non solo alla nostra città, hanno una funzione di tutela e protezione contro l’erosione costiera incalzante. Si continua a procedere in spiaggia con arature adatte a campi di patate facendole passare per pulizie di inizio stagione, ma nella realtà quella pratica non fa altro che continuare irrimediabilmente a distruggere il litorale. Abbiamo protocollato il 30 maggio scorso un progetto in collaborazione con la Sigea – Società Italiana di Geologia Ambientale in cui proviamo a far capire (perché lo spieghiamo ormai da 4 anni) l’importanza dei nostri progetti di rinaturalizzazione e formazione delle dune costiere lungo la linea di costa, ma siamo ancora in attesa di una qualsiasi risposta».

Ieri si è riunita, a Palazzo di città, la IV commissione consiliare “Lavori Pubblici” proprio per discutere dello “Stato dell’arte lavori presso Canale H” per il quale, come è noto, è in corso la realizzazione di un vascone (a ridosso della stessa litoranea di Ponente) che ne “laverà” le sue acque così da rendere il mare più balneabile.

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