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Salva-consiglieri, ora le Camere accelerano: corsia privilegiata e ok entro fine giugno

Non saranno necessari tempi biblici per approvare in Parlamento il disegno di legge “salva-consiglieri” finalizzato a evitare la riduzione del numero dei consiglieri pugliesi da 50 a 40. Lo assicura il deputato brindisino Mauro D’Attis, coordinatore pugliese di Forza Italia, all’indomani del ritiro dell’emendamento in materia a causa della mancanza di copertura economica.

I tempi

Secondo i calcoli l’ok finale nei due rami del Parlamento potrebbe arrivare entro la fine di giugno. Una svolta annunciata in vista delle prossime elezioni regionali considerando le grandi manovre in atto da parte dei partiti in Consiglio regionale, da ultimo la bozza di proposta di legge che punta al rinvio delle elezioni autunnali al 2026 inserendo nella legge elettorale pugliese una nuova finestra dal 15 maggio al 15 giugno.

Ma è anche il caso dell’introduzione del consigliere supplente che consentirebbe ai primi dei non eletti di scattare al posto dei consiglieri nominati assessori in giunta regionale. Manovre inutili, ritengono da Roma, tenendo conto che il ddl “salva-consiglieri” avrà una corsia privilegiata e gode dell’appoggio bipartisan di quasi tutti i partiti.

Il nodo

Nel dettaglio la norma andrà a modificare una legge del 2011 che prevede la riduzione del numero di consiglieri regionali a fronte del calo della popolazione. Nel caso della Puglia, il taglio di dieci eletti renderebbe ingovernabile un territorio così lungo ed esteso formato da ben sei province. Basti pensare che, se la riduzione dovesse andare effettivamente in porto, la Regione Puglia avrebbe soltanto quattro consiglieri eletti in più del comune di Bari che ne ha 36. Da qui la necessità di evitare il taglio commisurato al semplice calo della popolazione in termini assoluti, ovvero sotto i 4 milioni di abitanti (la Puglia attualmente ne ha 3,8 milioni) così com’era previsto senza la correzione.

La soluzione

La norma di Forza Italia, invece, introduce un criterio meno rigido inserendo un margine di tolleranza del 5% (in più o in meno) rispetto ai 4 milioni che lascerebbe tutto così com’è con il Parlamentino pugliese a 51 componenti, compreso il governatore. Un intervento di buonsenso giustificato dai mutamenti radicali a livello demografico dovuti a fenomeni migratori, a spopolamento delle aree interne e dinamiche socio-economiche complesse che hanno un impatto anche sui trasferimenti erariali alle Regioni, in quanto oltre al taglio l’ente regionale subirebbe una decurtazione sui finanziamenti statali.lil.ia.

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