SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Emergenza risse in corsia, Anelli: «Non c’è più tempo per parlare con i pazienti»

«Il tempo che i medici dedicano all’ascolto dei pazienti è tempo di cura. E il tempo è un valore che non viene quantificato dal Servizio sanitario nazionale, eppure è una variabile importante nella dimensione della violenza. Ma oggi i medici hanno sempre meno tempo per parlare con i cittadini». Le considerazioni di Filippo Anelli, presidente…
l'edicola

«Il tempo che i medici dedicano all’ascolto dei pazienti è tempo di cura. E il tempo è un valore che non viene quantificato dal Servizio sanitario nazionale, eppure è una variabile importante nella dimensione della violenza. Ma oggi i medici hanno sempre meno tempo per parlare con i cittadini». Le considerazioni di Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, hanno aperto l’annuale appuntamento in memoria della dottoressa Paola Labriola – tragicamente scomparsa il 4 settembre 2013 – e di tutti i professionisti sanitari vittime di violenza.

L’evento, organizzato dall’Omceo di Bari in collaborazione con la Regione Puglia, è stato preceduto da una tavola rotonda dal titolo “Un piano strategico contro la violenza nella programmazione regionale in Sanità”.

La ricerca

Il presidente Omceo ha presentato i dati di una recente ricerca condotta con il Censis, che ha indagato proprio le cause della violenza nei confronti dei medici e degli altri operatori sanitari. Per quanto riguarda la percezione dei cittadini, i dati mostrano il gap tra aspettative ed esperienze concrete, il cui esito inevitabile è un’incrinatura nel rapporto medico-paziente. In concreto, tale rapporto è sempre più schiacciato dai tempi ristretti che gli operatori sanitari possono dedicare all’interazione con pazienti, familiari o caregiver.

I numeri allarmanti

E origine importante è la carenza di personale, tanto che il 66,4% dei cittadini ha verificato la forte carenza di medici e infermieri, con punte del 71,9% nel Sud e Isole. Un rapporto incrinato anche dalle esperienze negative vissute dai cittadini nei luoghi essenziali della sanità. Al 52,2% dei cittadini (al 60,5% al Sud e Isole) è capitato di avere, per sé o per un parente, una brutta esperienza in un pronto soccorso (lunghissime attese, carenza di informazioni, ecc.). In generale, nelle esperienze avute negli anni, il 72,3% dei cittadini ha verificato un peggioramento nel Servizio sanitario nel tempo.

In effetti, in venti anni si registra un incremento del carico medio teorico per punto di pronto soccorso di 7.923 unità annue pari a +23%.

Meno medici

Anche sul territorio, si registra una diminuzione del numero dei medici di medicina generale, con conseguente aumento del numero degli assistiti e dei carichi di lavoro. Gli attuali 37.983 medici di medicina generale sono in numero inferiore di oltre 9 mila unità rispetto a 20 anni fa e di oltre 7 mila rispetto a 10 anni fa. Come fronteggiare quindi questo disagio profondo che accomuna medici e cittadini all’interno del Ssn? Sicuramente investendo sul servizio sanitario pubblico, come hanno sottolineato diversi interventi nel corso della serata.

CORRELATI

Attualità, Puglia","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[461568,461482,461458],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!