Rifiuti in Puglia, il ciclo andava chiuso da tempo: nell’attesa il governo fa cassa sui Comuni

Dalla Tari alla Tarip. Una consonante in più per pagare meno, o meglio per introdurre una sorta di giustizia sociale nel sacco dell’immondizia, visto che la Tarip (Tariffa Puntuale) si calcola sulla base sul quantitativo effettivo di rifiuti prodotti, a differenza della Tari che è basato su una stima dei rifiuti prodotti calcolata su alcuni parametri (superficie abitativa e nucleo familiare). Una prospettiva che dovrebbe incoraggiare le amministrazioni locali, ma che nella realtà si traduce in pochi esempi che in Puglia hanno trovato scarsa imitazione. Ci hanno provato Noci, Martina Franca, anche Lecce, ma solo a Bitetto la Tarip funziona. Come dire: la gestione del ciclo dei rifiuti non è in una consonante in più o in meno che si risolve.

La situazione

«Paghiamo un retaggio di dibattiti inconcludenti tra i Comuni che facevano a gara a tenere lontano dal proprio territorio gli impianti di raccolta e smaltimento dei rifiuti» afferma Matteo Valentino, presidente regionale di Cittadinanzattiva che sottolinea «siamo in grave ritardo e temo che la situazione non troverà facilmente una soluzione, perché manca la consapevolezza nei cittadini e la visione d’insieme degli enti locali». Per Valentino una soluzione potrebbe essere «rinnovati processi educativi verso i cittadini, magari prevedendo premialità e rivisitazioni dei calcoli sulla tassa. Però serve fare in fretta perché non si può più perdere tempo».

Aumento dei costi

Il prospettato aumento dell’Iva sul conferimento dei rifiuti in discarica, prospettato dal governo che annuncia un rincaro dal 10 al 22 per cento, non lascia dormire sogni tranquilli ai sindaci, specie quelli delle piccole realtà territoriali.

«Certo che la questione dell’aumento della Tari lascia i sindaci soli davanti ai propri cittadini. Difficile spiegare ai nostri concittadini che gli ambiti di manovra che hanno le Amministrazioni sono ristrettissimi» afferma Vincenzo Sarcone, primo cittadino di Ascoli Satriano che aggiunge sibillino «noi sindaci, front office con i cittadini, ci mettiamo la faccia, ma gli interessi a monte forse sono molto più alti e sconosciuti».

Andrea Bernardo, ex presidente Anci Basilicata, usa l’ironia per cercare dispiegare la situazione. «Potrei dare anche ragione alla Meloni perché di questo problema ci saremmo dovuti liberare da tempo, ma poi la vedo in un’altra prospettiva: il governo ha mandato un avvertimento ai sindaci di fare presto e chiudere il ciclo dei rifiuti, ma nel frattempo fa cassa e penalizza soprattutto le piccole realtà locali che rischiano la bancarotta nella gestione di un sistema che fa acqua da tutte le parti».

Così, come succede in Puglia, si assiste a un aumento dei rifiuti nelle campagne e nelle piazzole di sosta delle strade in prossimità dei centri urbani.

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