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Regione Puglia, riforma elettorale: la bozza di Azione pronta ad approdare in Consiglio

Alla ripresa dalla pausa natalizia il Consiglio regionale pugliese affronterà la questione della legge elettorale. A lanciare il sasso nello stagno il capogruppo di Azione Ruggero Mennea, che nei giorni scorsi ha inviato ai colleghi di maggioranza la bozza della correzione della legge elettorale. Un testo aperto a ogni contributo al cui interno potrebbe trovare…

Alla ripresa dalla pausa natalizia il Consiglio regionale pugliese affronterà la questione della legge elettorale. A lanciare il sasso nello stagno il capogruppo di Azione Ruggero Mennea, che nei giorni scorsi ha inviato ai colleghi di maggioranza la bozza della correzione della legge elettorale. Un testo aperto a ogni contributo al cui interno potrebbe trovare spazio la cancellazione del cosiddetto comma anti-Decaro, approvato di recente con voto segreto durante la maratona di bilancio, oltre alla reintroduzione del Tfm (trattamento di fine mandato), apparso e poi scomparso dalla discussione sul bilancio.

La bozza

Dalla bozza Mennea ha depennato la questione del terzo mandato, un dossier che resterà aperto e si potrà all’occorrenza inserire, fino a quando il governo centrale non si esprimerà sulla legge della regione Campania che ha recepito la norma quadro nazionale del 2012 azzerando i due mandati del presidente De Luca con la possibilità di candidarsi per la terza volta. Tornando alla legge elettorale la novità più importante, che sembra essere condivisa da maggioranza e opposizione, riguarda il consigliere supplente: il meccanismo già adottato da Basilicata, Veneto e Lombardia, con il quale si sospende la carica di consigliere per l’eletto nominato assessore nella giunta regionale.

Uno stop pro tempore che spiana la strada al primo dei non eletti il quale resterebbe in carica fino all’eventuale sfiducia dell’assessore, titolare del seggio. Un’opportunità che punta a sterilizzare il taglio dei consiglieri, da 50 a 40, previsto in Puglia per la riduzione della popolazione scesa da 4 a 3,8 milioni di abitanti. La bozza di Azione contempla anche l’assegnazione di un premio di maggioranza standard da 27 a 29 seggi in base ai voti validi raccolti dal candidato governatore e non dalle liste, come accade attualmente generando incertezze e ricorsi elettorali. Tutta da discutere sarà anche la soglia di sbarramento, attualmente fissata al 4%, con possibilità di innalzarla per favorire i grossi partiti o abbassarla per accontentare partitini e liste civiche. In aggiunta c’è la parità di genere con il doppio voto e l’annullamento della scheda elettorale se la seconda preferenza non viene assegnata ad una donna.

Le mosse di Azione

La proposta di legge sarà depositata il 7 gennaio in Consiglio regionale, ma prima di aprire il dibattito l’azionista Mennea chiede di cancellare la norma inserita nel bilancio che prevede la nomina di un Cda di tre componenti a capo dell’agenzia per la protezione ambientale. Un “azzardo” secondo Mennea in quanto un organismo terzo deputato ad analisi ed autorizzazioni di natura ambientale potrebbe correre il rischio di essere condizionato dalla politica. Quanto alla liquidazione, saltata il 18 dicembre nella discussione sul bilancio, l’ipotesi in campo è quella di una nuova legge ad hoc da discutere alla luce del sole evitando “trucchi” ed emendamenti galeotti da approvare con voto segreto.

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