La commissione affari costituzionali alla Camera dei deputati ha concluso l’esame del disegno di legge, giunto dopo l’approvazione da parte del Senato due settimane fa, che, tra le altre previsioni, impedisce la riduzione del numero dei consiglieri regionali pugliesi da 50 a 40. Tutti gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari sono stati respinti. Adesso la parola passa all’assemblea di Montecitorio per il varo definitivo.
Le reazioni
Secondo il coordinatore regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, promotore dell’iniziativa legislativa insieme al collega senatore, anch’egli di FI, Dario Damiani, «entro la prima settimana di agosto, e cioè prima della pausa estiva, potrebbe esserci il voto definitivo». A meno che l’aula non decida di bocciarla. Ovviamente questa è solo un’ipotesi di scuola, visto che sul testo normativo c’è l’accordo tra tutti i gruppi, così come avvenuto a Palazzo Madama. La norma prevede che per applicare la legge 148 del 2011, voluta dal governo Monti in piena spending review, che impone la riduzione da 50 a 40 dei consiglieri regionali se la popolazione residente dovesse scendere sotto i quattro milioni di abitanti, questo contenimento deve essere superiore al 5%. Ed è il caso della Puglia, visto che nell’ultimo censimento si è scesi sotto quella soglia, ma solo di poche migliaia di unità.
Lo scenario
Di conseguenza, il pericolo scampato, almeno per ora, fa crescere l’entusiasmo tra i consiglieri di via Gentile uscenti che puntano alla riconferma, così come alimenta le speranze di quanti vorrebbero entrare nel parlamentino regionale. A partire dai sindaci che sperano nella Corte costituzionale, la cui sentenza è attesa a giorni, per veder eliminato l’obbligo di dimissioni sei mesi prima del voto. Intanto, lo stesso D’Attis è stato oggetto degli strali da parte del coordinatore regionale della Lega, Roberto Marti, che all’ipotesi di una sua candidatura a presidente della Regione ha replicato dicendo che «la Lega ha individuato due profili forti per vincere le regionali in Puglia: uno civico – Roberto Vannacci – e uno con esperienza politica – Fabio Romito. Riteniamo che la Puglia non debba essere una “bandierina” di partito e quindi si scelga un candidato capace di accendere dopo vent’anni l’entusiasmo nel centrodestra».
Una dichiarazione a cui hanno fatto subito da controcanto sia i consiglieri regionali che i parlamentari azzurri. Secondo i primi, «il nome di D’Attis è in campo, come ha dichiarato il segretario nazionale Antonio Tajani, e noi abbiamo piena fiducia nei nostri leader nazionali: qualsiasi sia la loro decisione, sarà quella giusta per la Puglia e siamo pronti a sostenerla». Più al vetriolo l’intervento dei i parlamentari di Fi: «se la Lega dovesse, con l’accordo dei leader, esprimere il candidato in Veneto o altrove Forza Italia non parlerebbe di bandierine e così dovrebbe essere al contrario. Perciò, le dichiarazioni di oggi ci sembrano fuori dal contesto che, peraltro, è in mano ai leader nazionali. Se il candidato presidente in Puglia spetterà a Forza Italia, ci aspettiamo che gli amici della coalizione lo accolgano e lo sostengano con la stessa determinazione che Forza Italia avrà nelle altre regioni chiamate al voto». Polemiche che potrebbero cessare a breve, visto che il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, ha annunciato che «ci rivedremo la prossima settimana», per chiudere le candidature per le regionali d’autunno.
