Non si ferma l’onda lunga delle contestazioni e dei possibili ricorsi contro l’esito delle elezioni regionali. La geografia degli eletti pubblicata sul sito ministeriale di Eligendo rischia di essere riscritta nelle stanze della Corte d’Appello. Il cuore del problema è legato al calcolo dei seggi sulla scorta di una legge elettorale astrusa e in molte parti incomprensibile. Secondo la ricostruzione che circola in queste ore, l’errore riguarderebbe il calcolo dei 27 seggi attribuiti con il metodo dei resti: l’algoritmo avrebbe centrato il numero dei consiglieri spettanti a ciascun partito, ma avrebbe sbagliato i nomi degli eletti, provocando quello che in molti definiscono un autentico «effetto flipper». Da qui i primi annunci di ricorso da parte di Alleanza Verdi e Sinistra e Popolari, rimasti fuori dal Consiglio nonostante – sostengono – abbiano oltrepassato la soglia «ammazza-partitini» del 4%. Una soglia che, precisano, va calcolata sui voti di lista e non sul totale raccolto dal candidato presidente.
Lo scenario
Se la Corte dovesse dar loro ragione, entrerebbero quattro nuovi consiglieri – due per Avs e due per i Popolari – mentre Pd, Decaro Presidente, M5S e Per la Puglia perderebbero un seggio ciascuno. In bilico anche il posto del foggiano Giulio Scapato nella civica del governatore, che secondo i conteggi ufficiosi sottrarrebbe il seggio alla barese Francesca Bottalico. Nel centrodestra, i ricalcoli premiano Domenico Damascelli a Bari, al posto del collega della Bat Andrea Ferri, proclamato inizialmente dal portale ministeriale. Sul fronte delle incompatibilità, resta aperto il caso del forzista Paride Mazzotta: su di lui pende una vicenda giudiziaria in cui la Regione figura come parte civile. Una condizione che, se confermata, potrebbe compromettere la convalida del seggio. Mazzotta però nega con decisione: «Nessuna incompatibilità, il mio posto in Consiglio è pienamente legittimo».
Le anomalie
Il quadro, già complesso, si intreccia con un’altra anomalia: la distribuzione territoriale dei seggi. Sulla base della popolazione, Bari dovrebbe eleggerne 16, Lecce 10, Taranto e Foggia 7, Brindisi e Bat 5. Eligendo ribalta tutto: Bari scende a 9, Foggia sale a 10, la Bat vola a 8. Un rompicapo che il neo governatore Antonio Decaro vuole risolvere alla radice: «Chiederò al prossimo Consiglio regionale di riformare la legge elettorale», ha annunciato in campagna elettorale e ribadito ieri dopo il caos nei partiti. Ma prima di pensare alla nuova legge, si attende il verdetto della Corte d’Appello, che in passato ha già corretto il portale ministeriale. Solo dopo la proclamazione ufficiale potranno partire i ricorsi formali, soprattutto da parte dei candidati baresi rimasti fuori: tra i casi più contestati, quello di Giovanni Vurchio (Andria), insidiato dalla dem Lucia Parchitelli e dal salentino Sergio Blasi. Sul fronte politico, l’entourage del governatore invita alla prudenza: parlare ora di giunta, incarichi e presidenze delle commissioni sarebbe prematuro. Le incognite sono ancora troppe. A partire dalla presenza come assessore esterno del governatore uscente Michele Emiliano, che nel frattempo ha inviato il curriculum al Consiglio giudiziario di Bari per la valutazione professionale. Una scelta che potrebbe segnare il suo temporaneo addio alla politica attiva.
