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Regione Puglia, in Parlamento si accelera per evitare il taglio dei consiglieri

Resta pericolosamente in stand by la questione della riduzione dei consiglieri regionali da 50 a 40 per effetto del calo demografico. L’ultima spiaggia, o quasi, resta l’intervento del “salva-consiglieri”, la norma nazionale all’esame del Parlamento e finalizzata a “sterilizzare” il taglio. Sul provvedimento c’è un’intesa bipartisan tanto che il testo sta facendo passi da gigante…
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Resta pericolosamente in stand by la questione della riduzione dei consiglieri regionali da 50 a 40 per effetto del calo demografico. L’ultima spiaggia, o quasi, resta l’intervento del “salva-consiglieri”, la norma nazionale all’esame del Parlamento e finalizzata a “sterilizzare” il taglio. Sul provvedimento c’è un’intesa bipartisan tanto che il testo sta facendo passi da gigante nelle Commissioni parlamentari dove sono state saltate a piè pari le audizioni con la sola possibilità di osservazioni scritte ed esame accelerato.

La Regione a rilento

Non così per lo schema di legge varato dalla Giunta regionale, atteso l’altro giorno in Consiglio per rispettare le tempistiche della procedura aggravata prevista per cambiare lo Statuto (due votazioni a distanza di due mesi più l’eventuale referendum). Ma, prima dell’inizio dei lavori, la conferenza dei capigruppo ha detto no all’esame, ostacolato soprattutto dai gruppi del centrodestra.

Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono indisponibili a toccare lo Statuto: una tesi contraria supportata 24 ore prima dal parere sfavorevole espresso in settima Commissione sullo schema di legge della giunta. Il testo non ha raggiunto il quorum prestabilito dei tre quarti dei componenti della Commissione con le assenze decisive al momento del voto del centrodestra, voto contrario della Lega e astensione del consigliere di maggioranza Michele Mazzarano.

Il parere

Un flop, insomma, favorito dal parere depositato da Enrico Follieri, docente di diritto amministrativo all’Università di Foggia, insignito del titolo di professore emerito dal Ministero dell’università nel 2023. Follieri, ascoltato in audizione, ha aspramente criticato lo schema di legge della Giunta: «È come se la Puglia abdicasse alla sua autonomia statutaria stabilita dalla Costituzione rimettendo al Governo centrale il potere di decidere sulla composizione del Consiglio da qui al futuro.

Un ragionamento sballato che spinto alle estreme conseguenze potrebbe lasciare la regione con il solo governatore». Un autogol considerando che la Regione nel 2012 s’è già adeguata al taglio degli eletti da 70 a 50 con eliminazione di vitalizi e trattamento di fine mandato in base al decreto Monti che all’epoca impose una stretta draconiana sui costi della politica.

I tempi

Tempo scaduto, in sostanza, visto che non è possibile prevedere un’applicazione continuativa collegata al calo della popolazione. Se così fosse, la riduzione degli eletti sarebbe dovuta scattare già nel 2020 quando la Puglia finì sotto i quattro milioni di abitanti, senza alcuna modifica dello Statuto. Un clima di dissenso, insomma, che rischia di aprire scenari confusi e pericolosi in vista delle elezioni regionali del prossimo autunno.

Il governatore Michele Emiliano, infatti, ha fatto sapere che, con o senza la modifica statutaria del Consiglio regionale, indirà le elezioni per 40 consiglieri adeguandosi al decreto Monti del 2012. Ma, di fatto, spalancando la strada a ricorsi elettorali con il rischio di invalidare le elezioni: uno scontro politico e giuridico al tempo stesso che non promette nulla di buono nelle prossime settimane.

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