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Regione Puglia: dopo l’ingresso di Lacatena, Lopalco lascia “Con”. «Non accetto trasformismo»

A poche ore dall’ufficializzazione dell’ingresso dell’ex capogruppo di Forza Italia, Stefano Lacatena, nel gruppo di maggioranza “Con” nel Consiglio regionale della Puglia, Pier Luigi Lopalco lascia lo stesso gruppo: «Non riesco davvero, neanche con la più grande buona volontà, ad accettare il trasformismo come regola di governo», annuncia l’ex assessore alla Sanità. «Ho lasciato la…
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A poche ore dall’ufficializzazione dell’ingresso dell’ex capogruppo di Forza Italia, Stefano Lacatena, nel gruppo di maggioranza “Con” nel Consiglio regionale della Puglia, Pier Luigi Lopalco lascia lo stesso gruppo: «Non riesco davvero, neanche con la più grande buona volontà, ad accettare il trasformismo come regola di governo», annuncia l’ex assessore alla Sanità.

«Ho lasciato la mia posizione di assessore perché non me la sentivo di accettare scelte mosse da un atteggiamento populista – aggiunge -. Populismo e trasformismo sono i mali della politica italiana che hanno allontanato sempre di più i cittadini dalla politica, minando le basi stesse della nostra democrazia. Capisco che il consenso sia importante per governare ma deve scaturire da azioni di buon governo non da continue manovre di Palazzo».
L’epidemiologo, che ora è nel Misto, spiega che «se nello stesso schieramento siedono persone che fino a ieri cantavano “Boia chi molla” o che fino all’altro ieri avrebbero giurato sulla Bibbia che Ruby era la nipote di Mubarak, come si fa a scrivere un programma di largo respiro? Come si fa ad avere visione politica?».
«Non posso arrendermi all’idea che la politica si riduca a una perenne campagna elettorale o a una continua campagna acquisti – prosegue – purtroppo, non possono sedere nello stesso Gruppo consiliare l’ex assessore alla Sanità e uno dei consiglieri che meno di un anno fa aveva firmato la mozione di sfiducia per le sue dimissioni».
«Avevo abbracciato l’idea del civismo come un’opportunità per il cittadino di mettersi in gioco. La lista civica ha senso quando chi ha delle competenze le mette a disposizione della comunità anche al di fuori di uno schema rigido di partito ma le liste civiche non possono diventare il carrozzone su cui salire alla bisogna e, soprattutto, non possono esaurire il loro ruolo in quello di una spregiudicata macchina elettorale – conclude -. Continuo a credere nella politica delle idee. Del consenso ottenuto con il buon governo e non con lo spostamento di pacchetti di voti».

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