Accordo raggiunto in maggioranza sull’ordine del giorno della prossima seduta di consiglio regionale fissata il 28 luglio. È quanto stabilito ieri nella conferenza dei capigruppo riunitasi a metà mattinata in via Gentile. Pd, Azione, Con e Per la Puglia, hanno deciso di affrontare di petto la situazione a dispetto dell’assenza di numeri e delle tensioni interne ai partiti di centrosinistra.
In base al pallottoliere, considerando l’uscita di scena del consigliere regionale Massimiliano Stellato, ritenuto fra gli indecisi e passato invece in minoranza in Forza Italia, la maggioranza avrebbe 25 voti disponibili senza contare i Cinque Stelle. Da qui al 28 luglio, però, gli alleati proveranno a convincere i quattro consiglieri grillini a rientrare nei ranghi dando l’appoggio alle leggi urgenti in stand by.
La prospettiva
Una trattativa che si preannuncia in discesa dopo che i Pentastellati hanno di fatto aderito al campo largo in Puglia a seguito della risoluzione del caso Campania con la designazione dell’ex presidente della Camera Roberto Fico. Da qui la convinzione di condurre in porto, prima della pausa estiva, l’ultima seduta con i provvedimenti finanziari non più rinviabili. A partire dalla manovra di assestamento, l’ultima prima delle elezioni, necessaria per mettere a posto i conti, passando per il documento di economia e finanza e per il rendiconto da approvare entro fine luglio onde evitare tirate d’orecchi da parte della Corte dei Conti che il 24 luglio esprimerà la parifica sul bilancio regionale.
Il voto di sfiducia
A seguire la maggioranza è pronta a respingere l’assalto del centrodestra con il voto sulla mozione di sfiducia contro il governatore Emiliano. L’unica incognita riguarda gli emendamenti alle leggi finanziarie, in particolare quello in rampa di lancio per trasformare la Rsa privata di Ostuni in pubblica. Una proposta sollecitata dell’assessore al bilancio Fabiano Amati, ma contestata dal consigliere regionale Pd Maurizio Bruno che ha dichiarato voto contrario alle leggi finanziarie se Amati non farà dietrofront.
Tutto sta a capire se l’intesa reggerà e se davvero alla prova dei numeri la maggioranza dimostrerà compattezza ed unità, cosa in realtà già avvenuta in passato agli appuntamenti che contano. Tuttavia ad agitare il clima in casa centrosinistra sono le ultime esternazione del candidato in pectore alle regionali Antonio Decaro.
Domenica sera alla festa dell’Unità il presidente della commissione europea ambiente ha riferito in incontri privati ai vertici Pd presenti che al momento non ci sono le condizioni per candidarsi alla presidenza della regione Puglia. E ieri, alla Feltrinelli di Bari, dov’è andato a presentare il suo libro, ha ribadito il concetto. «Io sono un uomo politicamente pratico, parlo di fatti concreti e non di ipotesi futuribili», ha detto ai giornalisti che gli chiedevano se ci fossero novità in merito alla sua candidatura. «Io non sono candidato» per le elezioni regionali in Puglia.
Tanto che subito dopo ha parlato della sua attività a Bruxelles: «c’è un attacco al green deal che stiamo cercando di difendere, stiamo portando ad attuazione le norme che hanno a che fare con il Piano di tutela dell’ambiente e contrasto ai cambiamenti climatici. Questo è il lavoro che sto facendo in questo momento». Della serie il centrosinistra cominci a pensare al piano B che a questo punto potrebbe avere il suo sbocco fisiologico nelle primarie fra i papabili sinora rimaste dietro le quinte nella convinzione della candidatura di Decaro.
