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Regione Puglia, bilancio di previsione: fotocopia 2024. La nuova giunta libera di intervenire

È approdato ieri in Consiglio regionale il bilancio di previsione 2026 e la legge di stabilità, approvati il 18 settembre dalla giunta regionale. Due provvedimenti cruciali che, però, non sono stati ancora trasferiti alle commissioni: manca, infatti,il parere dei revisori dei conti. Toccherà attendere ancora qualche giorno prima di dare avvio alla sessione straordinaria, annunciata dalla presidente del Consiglio, Loredana Capone.

E così l’esame della manovra avverrà in piena campagna elettorale, in un contesto politico inusuale, se non surreale. Ad alimentare tensioni è soprattutto la procedura scelta dall’assessore al Bilancio, Fabiano Amati – avallata dal presidente Emiliano e, secondo indiscrezioni, dallo stesso candidato del centrosinistra, Antonio Decaro – considerata ai limiti della regolarità.

La legislatura si è chiusa il 21 settembre, eppure il parlamentino si appresta ad approvare un atto di straordinaria amministrazione, il più rilevante per un governo regionale, nella delicata fase di prorogatio prima del voto del 23 e 24 novembre. Una fase in cui le Regioni, secondo norma, possono adottare solo provvedimenti urgenti e indifferibili. Da qui il rischio concreto di un’impugnazione da parte del governo centrale, che potrebbe contestare una «forzatura».

Il bilancio previsionale, infatti, spetta tecnicamente al nuovo esecutivo regionale, nella pienezza dei poteri, e non a una giunta e a un Consiglio ormai con poteri affievoliti dal periodo pre-elettorale. L’alternativa più logica – e chiesta a gran voce dalle opposizioni – sarebbe stata l’esercizio provvisorio, con spesa ingessata in dodicesimi fino all’insediamento del nuovo governo. Quanto ai contenuti, i testi trasmessi all’Ufficio di presidenza appaiono decisamente ridotti rispetto alle manovre ordinarie.

Basti pensare che la legge di stabilità 2024 contava oltre 300 articoli, mentre quella per il 2026 ne presenta appena sei. Tra le misure principali, un mutuo da 50 milioni l’anno per tre anni (150 milioni totali) destinato alla compartecipazione alla spesa europea; l’autorizzazione a utilizzare un prestito da 103 milioni di euro, già attivo negli anni scorsi, per esigenze di cassa; e un ulteriore finanziamento da 12 milioni da girare ai Comuni pugliesi per manutenzioni straordinarie, interventi di messa in sicurezza e opere contro il rischio idrogeologico.

Per il resto, la manovra ricalca quasi integralmente quella dell’anno precedente, una sorta di copia-incolla che rimanda alla prossima giunta la possibilità di intervenire in corso d’anno con variazioni di bilancio. Il nodo politico, però, resta quello dei numeri. La maggioranza di centrosinistra, logorata e frammentata negli ultimi mesi, dovrà raggiungere quota 26 voti per approvare la legge. Una soglia difficile da garantire, se non ricorrendo a una parte delle opposizioni. Il centrodestra, intanto, alza le barricate.

Oggi i partiti hanno convocato una conferenza stampa per denunciare quello che definiscono «un atteggiamento sfrontato» del governo regionale. Nel mirino, oltre al bilancio, anche la modifica allo Statuto per introdurre la figura del consigliere supplente: il primo dei non eletti subentrerebbe al consigliere nominato assessore, aumentando di fatto di otto unità il numero degli eletti. Una norma che, se approvata, farebbe crescere la spesa per gli stipendi di circa tre milioni di euro all’anno. Un altro fronte caldo che rischia di incendiare il finale di legislatura.

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