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Regione Puglia, Azione apre sul comma anti-Decaro: «Via ma solo se si abolisce il cda Arpa»

Continua a far discutere in Regione Puglia l’ok al ribattezzato comma anti-Decaro. La norma infilata nella manovra di bilancio che obbliga i sindaci che hanno intenzione di candidarsi alle regionali, a dimettersi dall’incarico sei mesi prima dell’indizione della competizione elettorale.

Un testo “liberticida”

Così è stato bollato dal partito Democratico all’indomani dell’approvazione in aula con voto segreto, su proposta delle minoranze, ma grazie a una maggioranza trasversale. Il Pd chiederà alla maggioranza di tornare in aula per cancellare con una norma abrogativa la legge anti-sindaci. Ma in molti, nei due schieramenti, non sono d’accordo considerando la forza elettorale dei sindaci, avversari scomodi per tutti, e i rischi legati alle prossime regionali con il taglio annunciato di dieci eletti, da 50 a 40, collegato alla riduzione della popolazione pugliese sotto i quattro milioni di abitanti.

Azione allo scoperto

E così mentre sono in corso febbrili trattative per capire il da farsi, il gruppo di Azione ieri è uscito allo scoperto con una proposta chiara rivolta agli alleati di centrosinistra. «Tra costituzionalisti veri e improvvisati che tirano in ballo la presunta lesione del diritto degli elettori a votare un sindaco in Consiglio regionale – osservano il capogruppo Ruggero Mennea e il consigliere Sergio Clemente – e chi invece teme posizioni dominanti non lecite in campagna elettorale da parte di chi detiene la carica di primo cittadino, ciò che emerge è la vera necessità di modificare una legge elettorale poco chiara e che in troppe sue parti si presta a molteplici interpretazioni».

La legge elettorale

I due, in pratica, pongono l’accento sulla legge elettorale sgangherata che in passato ha generato ricorsi e contro ricorsi giudiziari. Non una novità per Azione che nei mesi scorsi ha preparato una bozza di revisione delle regole elettorali inserendo diverse novità. Fra queste l’istituzione del consigliere supplente. Un escamotage già applicato in altre regioni che consente al consigliere nominato in giunta regionale come assessore di congelare l’incarico di consigliere, favorendo l’ingresso nell’emiciclo del primo dei non eletti, per poi tornare al suo posto in caso di sfiducia dalla giunta.

La soglia di sbarramento

A ciò si aggiunge la riduzione della soglia di sbarramento, attualmente al 3%, il calcolo dei voti validi per la vittoria elettorale collegato alle preferenze del candidato governatore e non della coalizione, un numero fisso di consiglieri, 29 in tutto, assegnato come premio di maggioranza, ed il consolidamento del doppio voto in ossequio alla parità di genere. Un dossier che Azione vuole riproporre collegandolo al ribattezzato comma anti-Decaro, in quanto danneggerebbe la lista di amministratori che l’eurodeputato sta assemblando in queste settimane.

«Alla ripresa dalla pausa natalizia – affermano i due esponenti di Azione – depositeremo una proposta di legge per correggere la legge elettorale e siamo disponibili a rivedere la norma sulla incandidabilità dei sindaci, ma a condizione che venga abolita la legge che ha introdotto un Cda a capo dell’Agenzia Arpa Puglia per scongiurare che un’agenzia “terza” impegnata in azioni di controllo su materie importantissime come l’ambiente con pareri tecnici e scientifici nei nulla osta di impianti possa essere condizionata e condizionabile dalla politica».

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