A trenta giorni dal voto, il nuovo governo regionale inizia a mettere a fuoco la sua identità. Anche se manca la proclamazione ufficiale della Corte di Appello di Bari, la road map del presidente della Regione, Antonio Decaro, appare già tracciata. Il primo dato è l’assoluta autonomia del neopresidente. Il Pd sembra aver recepito il messaggio, evitando di riunire gli organismi dirigenti, dopo una breve analisi del voto, e lasciando al governatore mani libere nella composizione della squadra. Una squadra che nascerà sotto il segno della parità assoluta: 50 per cento uomini e per 50 per cento donne.
È proprio l’incrocio tra quote e rappresentanza territoriale a creare i nodi più intricati nello scacchiere pugliese. I riflettori sono puntati sulla provincia di Foggia, destinata a esprimere un’assessora. I nomi sul tavolo sono due: Rosa Barone del Movimento 5Stelle, con cui Decaro ha già avviato i contatti, e Graziamaria Starace, eletta nella lista del presidente. Per la Capitanata si ipotizzano deleghe come l’Agricoltura o, in subordine, il Turismo. Un’ipotesi, quest’ultima, che rischia però di innescare frizioni con il Salento, storica roccaforte dell’industria vacanziera.
Ma il vero paradosso riguarda il «big» della coalizione. Raffaele Piemontese, vicepresidente uscente e assessore alla Sanità, che rischia di restare fuori dall’esecutivo proprio a causa della rigidità dello schema di genere. Lunedì sera, a Foggia, Piemontese ha radunato oltre mille persone per celebrare un risultato personale straordinario (oltre 30mila preferenze), ma quel bottino di voti potrebbe non bastare per blindare la riconferma in giunta. Per lui, così come per l’altro recordman di consensi, il brindisino Toni Matarrelli, si aprirebbe a quel punto forse la partita per la presidenza del Consiglio regionale.