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Regione Puglia, consigliere supplente affossato nell’ultima seduta in via Gentile

Muore nella culla il progetto del «consigliere supplente», il famigerato emendamento che avrebbe moltiplicato poltrone e stipendi nel Consiglio regionale pugliese. Il blitz dell’ultimo giorno di scuola -pronto a spuntare nel finale di seduta – è naufragato per mancanza di numeri e di accordo nella maggioranza. Così, l’appello del candidato del centrosinistra Antonio Decaro, che solo 24 ore prima aveva sollecitato i suoi a varare la riforma, è rimasto lettera morta.

L’idea era quella di introdurre una figura nuova, il «consigliere supplente», ossia il primo dei non eletti pronto a subentrare al posto del consigliere nominato assessore. Un escamotage che avrebbe comportato un aggravio di spesa stimato in circa 3 milioni di euro l’anno, gonfiando i costi della politica. Insieme al supplente, sono finiti nel cestino anche una trentina di emendamenti di spesa giudicati irricevibili dagli uffici: piccoli tentativi di infilare provvedimenti e stanziamenti «last minute» nella manovra finanziaria. Così, l’ultima seduta della legislatura si è chiusa tra ringraziamenti e saluti istituzionali. Prima la presidente del Consiglio, Loredana Capone, che ha augurato «buon cammino a tutti e a tutte» ricordando le iniziative più significative del Parlamentino, poi il governatore Michele Emiliano, che ha salutato i consiglieri «con riconoscenza», rinviando a data da destinarsi l’addio alla politica.

A rovinare l’atmosfera di congedo, la protesta veemente degli agricoltori contro il tributo 630 del Consorzio di Bonifica, scoppiata dopo l’intervento in aula del consigliere di centrodestra, Antonio Scalera. «Non possiamo più pagare per servizi che non riceviamo», hanno urlato gli agricoltori dai banchi del pubblico, costringendo la presidente Capone a sospendere i lavori per alcuni minuti. Ripresa la calma, il Consiglio ha approvato a maggioranza le leggi finanziarie al palo – Rendiconto, Assestamento, DEFR e Consolidato – e infine il bilancio di previsione 2026, passato con 29 voti favorevoli, tra cui quelli dei Cinque Stelle, e i no dei consiglieri Joseph Splendido e Antonella Laricchia.

Il centrodestra ha invece abbandonato l’aula per protesta, denunciando l’illegittimità del provvedimento approvato «a legislatura scaduta». «Questo Consiglio non doveva neanche riunirsi – ha tuonato in apertura di seduta il capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini – siamo in regime di prorogatio, e ogni atto politico è un abuso di potere. Era sufficiente un esercizio provvisorio in dodicesimi, come avvenuto in altre regioni». Durissimo anche il consigliere, Paolo Pagliaro (FdI), che ha parlato di «una pagina opaca per la credibilità del Consiglio regionale».

Nel frattempo, tra i corridoi del palazzo di vetro, ha fatto la sua comparsa il candidato del centrodestra, Luigi Lobuono, che ha incontrato i consiglieri del suo schieramento a margine della seduta. Nel finale, l’aula ha approvato a maggioranza un ordine del giorno sul conflitto israelo-palestinese, che impegna la Regione Puglia a riconoscere lo Stato di Palestina e a promuovere una campagna di informazione e boicottaggio dei prodotti made in Israel.

Il documento, passato con 28 voti favorevoli e la non partecipazione delle opposizioni, sostiene inoltre l’iniziativa del presidente Emiliano di interrompere i rapporti economici con Israele e di denunciare le violenze ai danni dei cittadini pugliesi della Global Sumud Flotilla. Un atto dal forte impatto politico e simbolico che chiude una legislatura segnata da tensioni, divisioni e polemiche. Ora la palla passa al Governo centrale, chiamato a decidere se convalidare o bocciare il bilancio pugliese 2026.

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