Una donna, di alto profilo, esterna, alla guida dell’assessorato alla Sanità regionale. È questa l’indicazione che filtra con insistenza dagli ambienti del neo governatore Antonio Decaro, impegnato nel più complesso risiko degli assessorati delle ultime tornate elettorali. Il nome resta blindato, ma la casella sarebbe destinata ad una figura gradita ad Alleanza Verdi e Sinistra anche per riannodare i fili con il leader Nichi Vendola, dopo la mancata elezione con la lista rimasta fuori per una manciata di voti. Nella rosa dei nomi ci sarebbe anche quello della virologa di origini tarantine Antonella Viola. Decaro metterebbe, così, a segno due colpi: la competenza indiscussa targata donna e lancerebbe un segnale forte a Taranto, città devastata da un disastro ambientale che si è duramente ripercosso sulla salute dei cittadini.
Al momento si tratta solo di indiscrezioni e non c’è alcuna conferma, più un desiderio sul quale si starebbe lavorando. E se una delle due posizioni è prenotata per il profilo femminile, l’altra andrebbe al presidente uscente, Michele Emiliano, destinato a gestire da «esterno» le crisi industriali e, soprattutto, l’infinito dossier ex Ilva, che ha accompagnato l’intero arco dei suoi due mandati. Decaro ragiona su una mossa di equilibrio: collocare alla Sanità una figura autorevole e competente, al di fuori della politica attiva, per garantire neutralità in un settore che drena l’80 per cento del bilancio regionale e che, più di tutti, richiede trasparenza, velocità decisionale e tenuta istituzionale.
Una scelta che, se confermata, ridisegnerebbe anche il destino dell’assessore uscente, Donato Pentassuglia, ormai veterano dell’aula consiliare alla soglia del suo quinto mandato. Per lui si aprirebbe la strada, allora, della presidenza del Consiglio regionale, tassello chiave del nuovo organigramma regionale. Intanto nel borsino del Partito democratico volano le quotazioni dell’ex sindaco di Gallipoli, Tommaso Minerva, in predicato di assumere la delega all’Ambiente, mentre appaiono quasi scontati gli ingressi della titolare uscente dei Trasporti, Debora Ciliento, sostenuta dal senatore Francesco Boccia, e dell’assessora barese, Elisabetta Vacarrella, trascinata in aula da un plebiscito di preferenze e dal supporto del deputato Lacarra. Capitolo Cinque Stelle: oltre a Rosa Barone, prende quota, per la promozione nella giunta Decaro, la candidatura del vicepresidente uscente del Consiglio regionale Cristian Casili, che ha messo gli occhi sulla delega all’Agricoltura, se i riconteggi lo terranno ancora dentro.
Tra i papabili c’è anche il supervotato Francesco Paolicelli, fedelissimo di Decaro, che però potrebbe essere immolato sull’altare degli equilibri di giunta. E sul fronte della civica «Decaro Presidente» i nomi più accreditati sono quelli dei neo eletti Felice Spaccavento e Silvia Miglietta, entrambi considerati profili di primo piano nella nuova squadra. Nella civica «Per la Puglia», l’area che fu di Emiliano, resta aperto il duello tra gli uscenti Sebastiano Leo e gli altri pretendenti ancora in silenzio strategico. Il puzzle sarebbe quasi completo, ma Decaro continua a muovere le pedine con prudenza. Perché questa volta – sussurrano dal palazzo – il margine d’errore è zero se vuol evitare crisi politiche indesiderate già all’inizio della legislatura.










