Forza Italia blinda la candidatura del coordinatore regionale Mauro D’Attis. A rivendicare la possibilità che a correre come presidente alle prossime elezioni regionali sia il deputato di Brindisi è anche il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto: «D’Attis è un ottimo candidato di militanza territoriale – sottolinea – a sinistra, invece, assistiamo a un dibattito arrogante senza un’idea, senza alcuna attenzione ai contenuti, per esempio sulla sanità regionale, come sull’agricoltura o sulla crescita». Mentre la sinistra, continua, «si balocca con inguardabili questioni di potere personale, il centrodestra sarà capace di dire ai pugliesi: svegliamoci, togliamoci da questo brutto incantesimo che attanaglia la Puglia fino a consentire, a personaggi della sinistra, l’arroganza di pensare che i pugliesi abbiano già deciso». Poi sottolinea come per il centrodestra la partita non sia per nulla chiusa a tavolino.
Il vertice per la Puglia
Così, il nome di D’Attis resta in campo e viene rilanciato dai berluscones, dopo l‘autocandidatura offerta dal responsabile regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato. Tuttavia, l’indicazione di uno dei due dovrà essere decisa dai dirigenti nazionali. Secondo gli ultimi rumor, un vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani potrebbe tenersi entro la fine della settimana. Giovedì, tuttavia, la premier sarà impegnata con il Consiglio dei ministri e con la call con i Paesi Volenterosi per discutere le garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Lo stesso giorno, il leader della Lega non dovrebbe essere a Roma. Da qui le ipotesi di venerdì come data possibile per il faccia a faccia, anche se non sono pochi quanti ritengono probabile un rinvio alla prossima settimana. Tajani, intanto, assicura: «Noi siamo una coalizione politica, non siamo un accordo elettorale, per questo correremo uniti ovunque, troveremo il miglior candidato possibile in tutte le regioni e in tutte le città in cui si voterà». L’obiettivo di Forza Italia, sottolinea il leader azzurro, è «ottenere una percentuale a due cifre».
Il braccio di ferro al Nord
Allo stesso tempo, le parole di Tajani, ma anche gli input che giungono da Puglia e Campania, al netto del braccio di ferro in Veneto tra Fdi e Lega per scegliere chi dovrà succedere a Luca Zaia come candidato governatore, sembrano allontanare l’ipotesi, circolata nei giorni scorsi, di attendere gli esiti delle elezioni nelle Marche in programma il 28 e 29 settembre. «È una data troppo lontana. Sarebbe un vantaggio enorme per il centrosinistra», persino in Veneto dove il centrodestra è sicuro di vincere. Così, se le voci che si stanno rincorrendo spingono per una decisione imminente i nomi dei due responsabili regionali dei partiti maggiori della coalizione sembrano gli ultimi a essere rimasti in campo e quindi la scelta non può non ricadere su uno di loro. Atteso che in palio, oltre alla presidenza, c’è il bottino dei consiglieri e avere come candidato il leader del proprio partito di certo è un vantaggio per le truppe. A meno che, come accaduto nel centrosinistra con “la rinuncia” di Michele Emiliano alla corsa come consigliere, non si tiri fuori dal cilindro del centrodestra quel nome civico più volte invocato ed evocato che imponga ai due esponenti di Fdi e Fi un passo indietro. Questa, però, ascoltando quel che filtra tra quanti scaldano i muscoli a bordo campo in attesa di iniziare la campagna elettorale, e a prescindere da un imprevedibile colpo di scena all’ultimo minuto, è ormai soltanto un’ipotesi di scuola.
