Soltanto poco più di un quarto degli elettori aventi diritto hanno approvato, nei giorni scorsi, le liste dei candidati al Consiglio regionale del Movimento 5Stelle nelle sei circoscrizioni in cui è suddivisa la Puglia. Nel dettaglio: s, una per provincia, proposte al loro giudizio in blocco dalla direzione nazionale.
Questo il risultato delle elezioni online di domenica scorsa. Un dato che dimostra una scarsa partecipazione, ma anche un timido segnale di protesta verso una scelta verticistica presentata agli elettori pugliesi del Movimento fondato da Beppe Grillo. Più di qualcuno, infatti, ha ricordato con nostalgia le precedenti consultazioni quando «per la composizione delle liste e per le candidature si procedeva con il voto di preferenza».
Infatti, in vista delle elezioni politiche del 2022 le autocandidature approvate dai vertici del partito, vale a dire quelle in regola con i requisiti previsti nello Statuto, a partire dall’assenza di condanne e procedimenti penali, furono sottoposte al giudizio degli iscritti ai quali fu data la possibilità di esprimere fino a un massimo di tre preferenze e, inoltre, ogni autocandidatura fu votata soltanto dagli iscritti del territorio in cui il proponente chiedeva di potersi cimentare per essere eletto in Parlamento.
Mentre per le Regionali di quest’anno tutti gli iscritti hanno votato tutte le liste: in blocco. Compresa la mancata deroga alla consigliera regionale uscente, Grazia Di Bari, esclusa dalla competizione elettorale a differenza dei suoi colleghi consiglieri, Rosa Barone e Cristian Casili, ai quali è stata data la possibilità di poter svolgere un terzo mandato in Regione se dovessero essere eletti al termine del voto di domenica 23 e lunedì 24 novembre prossimi.
Intanto, non sembra aver fatto proseliti in Puglia – dove la maggioranza dei quadri del Movimento è di stretta fede contiana, a partire proprio dagli eletti, vista la territorialità del presidente – la protesta sollevata dall’ex sindaca di Torino e vicepresidente nazionale, Chiara Appennino, che avrebbe proposto, nel corso di un’assemblea di parlamentari 5Stelle, di porre dei distinguo rispetto all’alleanza con il Partito democratico, visti gli scarsi voti ottenuti dal Movimento alle elezioni regionali in Marche, Calabria e Toscana. Una tentativo di modificare la linea politica dei 5Stelle, prossimo a scegliere il futuro presidente.