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Regionali, ora spunta un sondaggio del M5S. Emiliano e Vendola nel mirino di Conte e Decaro

«La gratitudine umana non è di questa terra». Il commento, velenoso, arriva da uno dei più stretti collaboratori di Michele Emiliano e fotografa bene il clima che si respira nel centrosinistra pugliese. Quella che sembrava una normale dialettica politica si è trasformata in una telenovela estiva a colpi di veti e accuse, con il governatore…
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«La gratitudine umana non è di questa terra». Il commento, velenoso, arriva da uno dei più stretti collaboratori di Michele Emiliano e fotografa bene il clima che si respira nel centrosinistra pugliese. Quella che sembrava una normale dialettica politica si è trasformata in una telenovela estiva a colpi di veti e accuse, con il governatore Emiliano e l’ex presidente della Regione, Nichi Vendola, finiti nel mirino del candidato in pectore, Antonio Decaro, e del leader M5S Giuseppe Conte.

La tattica

L’obiettivo? Escluderli dalle liste per le prossime regionali, bloccando di fatto la costruzione del campo largo pugliese e creando grattacapi alla segretaria Pd, Elly Schlein. Dietro l’ostilità di Conte, però, non c’è solo una questione di discontinuità o rinnovamento, ma un calcolo elettorale preciso, secondo voci di alcuni esponenti di Avs.

Un sondaggio commissionato dai vertici pentastellati ha mostrato che la presenza in lista di Vendola drenerebbe voti preziosi al M5S, mettendo a rischio almeno uno dei quattro seggi conquistati nel 2020. Da qui la linea dura: presidiare l’area legalitaria, imporre un taglio con il passato e chiudere le porte a Emiliano e Vendola. Una posizione che nei loro ambienti viene definita “irrispettosa e tracotante”, ricordando come proprio loro abbiano contribuito in passato a legittimare i Cinque Stelle nel perimetro del centrosinistra.

Verso la frattura

I precedenti non mancano: l’appoggio ai candidati grillini alle ultime amministrative di Brindisi e Foggia, la nomina in giunta regionale di Rosa Barone come assessora al Welfare, fino alla vicepresidenza del Consiglio regionale affidata a Cristian Casili. Ora, quel clima di apertura è solo un ricordo. La frattura, però, rischia di allargarsi. Il tentativo di mediazione è stato affidato al deputato Pd, Francesco Boccia, che dopo un primo incontro andato a vuoto proverà a riannodare i fili tra Emiliano e Decaro.

Una missione complicata: l’ex sindaco di Bari, oggi eurodeputato e presidente della commissione Ambiente a Bruxelles, ha ribadito prima di partire in vacanza a Formentera la sua posizione: «Se Emiliano e Vendola non si ritirano, resterò a Bruxelles altri tre anni e il centrosinistra dovrà trovarsi un altro candidato». Parole che, a meno di novanta giorni dal voto, suonano come un aut aut. La sfida, fino a pochi mesi fa a senso unico, è ora un braccio di ferro senza via d’uscita immediata. Nel frattempo, il tempo corre e il campo largo pugliese resta inchiodato su un nodo politico che rischia di trasformarsi in una resa dei conti definitiva. Mentre il centrodestra va a nozze su questi contrasti giocandosi la partita su un centrosinistra rissoso e diviso.

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