È il candidato presidente del campo Largo, Antonio Decaro, il super favorito alla vittoria delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre. Lo conferma il sondaggio «Ipsos Doxa», commissionato dal Corriere della Sera, condotto lo scorso 30 ottobre su un campione di 800 intervistati su oltre 4mila contatti. L’ex sindaco di Bari sfiora il 64 per cento delle preferenze, staccando di oltre 35 punti lo sfidante del centrodestra Luigi Lobuono, fermo al 33 per cento. Gli altri due candidati, Ada Donno e Sabino Ma, insieme non arrivano al tre per cento.
Secondo la rilevazione, il voto disgiunto non sembra nelle intenzioni degli elettori: le coalizioni ricalcano quasi perfettamente i dati dei candidati presidenti, con il centrosinistra al 63,2 per cento e il centrodestra al 33,8 per cento. Ma a preoccupare è soprattutto il dato sull’affluenza, che crolla di 20 punti rispetto a cinque anni fa, fermandosi al 43 per cento. Un dato da allarme democratico, che segnala un crescente disincanto verso la politica, anche regionale.
Il centrosinistra a trazione Decaro supera tutti i record, migliorando il risultato ottenuto da Emiliano nel 2020, mentre il centrodestra arretra rispetto ai numeri di Fitto. Il Pd si conferma primo partito con il 23,5 per cento seguito da Fratelli d’Italia al 17,3 per cento. Bene la lista personale «Decaro presidente» al 13,2 per cento, che segna il vero valore aggiunto, seguita dal Movimento 5 Stelle (8,7 per cento), «Per la Puglia» (6,3 per cento), Avanti Popolari (5,9 per cento) e Alleanza Verdi e Sinistra (5,6 per cento).
Tutte superano agevolmente la soglia di sbarramento del 4 per cento. Nel campo opposto, Forza Italia (9,6 per cento) doppia la Lega-Udc-Nuovo Psi (4,5 per cento), che rischia di non ottenere seggi. Chiude Noi Moderati (1,6 per cento) e La Puglia con noi (0,8 per cento).
Curioso il paradosso interno al Pd: il partito cresce di sei punti rispetto a cinque anni fa, ma non è detto che venga premiato in termini di seggi. Questa volta, infatti, saranno almeno sei le liste della coalizione di centrosinistra a spartirsi i prevedibili 29 seggi di maggioranza, contro le tre del 2020.
Un quadro a dir poco complicato per Lobuono, che però non si dà per vinto. «Quando ho letto il sondaggio – scherza – ho detto ai miei collaboratori: andiamoci a fare una pizza, inutile continuare la campagna elettorale. Battute a parte, noi abbiamo sondaggi diversi: la gente ci dice altro, vedremo chi ha ragione il 25 novembre».
Sul fronte dei temi, i pugliesi mettono al primo posto la sanità, seguita da lavoro, trasporti e sicurezza. È la fotografia di una regione che chiede efficienza e concretezza più che promesse.
Infine, il giudizio sull’amministrazione uscente di Michele Emiliano divide l’elettorato: il 49 per cento lo promuove, il 45 per cento lo boccia, il 6 per cento non si esprime. Positivi i giudizi tra gli elettori di centrosinistra (67 per cento), molto meno tra quelli del centrodestra (26 per cento). Sorprende invece il dato sugli indecisi: oltre la metà, il 56 per cento, giudica positivamente l’operato del presidente uscente. Un segnale che potrebbe pesare nel voto finale. Tra tre settimane, la parola passerà agli elettori. Ma, per ora, il vento in Puglia spira forte a sinistra.