Voto disgiunto. Quanto peserà in questa tornata per le Regionali?
Le opzioni di voto disponibili per l’elettore sono le seguenti. Voto secco per una lista: tracciando una croce sul simbolo di una lista, la scelta si estende automaticamente al candidato presidente collegato. Voto per un candidato presidente: tracciando un segno sul rettangolo contenente il nome del candidato presidente, il voto non si estende alle liste collegate. Voto per un candidato presidente e una lista collegata: tracciando un segno sia sul rettangolo del candidato presidente sia sul simbolo di una delle liste a lui collegate, il voto vale per entrambi. Voto disgiunto: tracciando un segno sul rettangolo di un candidato presidente e sul simbolo di una lista non collegata a quel candidato, il voto va alla lista scelta e al candidato della coalizione concorrente.
Ed è proprio quest’ultima modalità che potrebbe interessare un numero significativo di elettrici ed elettori visto l’appeal del candidato presidente per il centrosinistra, Antonio Decaro, che da anni ormai è indicato come il successore dell’attuale governatore Michele Emiliano così come lo fu da sindaco di Bari. Decaro negli anni ha costruito una rete, grazie anche al ruolo di presidente dell’Anci – l’associazione dei comuni italiani – fatta non solo di amministratori locali, ma anche di tanti portatori di interesse, molti dei quali, pur sostenendo candidati alla carica di consigliere regionale nel centrodestra, potrebbero optare proprio per il voto disgiunto.
Così come i tanti delusi dall’esclusione o dalla scarsa valorizzazione del candidato presidente del Campo Largo che in lista potrebbero appoggiare il candidato di centrodestra. D’altronde, la pratica non è nuova. Basti pensare che cinque anni fa lo stesso presidente uscente, Michele Emiliano, non fece mistero di questa possibilità fornita dalla legge, tanto da invitare gli elettori del Movimento 5Stelle – che in quella tornata correvano separati dall’alleanza progressista, guidati dalla consigliera uscente, Antonella Laricchia – di votare per lui. «Gli elettori del Movimento 5Stelle – disse Emiliano a settembre 2020 – sanno che possono tranquillamente votare me come presidente e il loro simbolo come partito, insieme ai candidati consigliere che preferiscono, attraverso il voto disgiunto. Questa è l’unica strada per non indebolire il governo e salvare la Puglia». Stessa cosa accadde nel 2005 quando molti elettori anche di centrodestra scelsero di votare Nichi Vendola, vincitore a sorpresa nelle primarie del centrosinistra contro Francesco Boccia, sedotti dalla propaganda dell’attuale leader di Sinistra italiana, contro il riordino del piano ospedaliero messo in campo dal presidente uscente Raffaele Fitto. Oggi la storia potrebbe ripetersi.