Grandi manovre all’interno del Movimento 5 Stelle pugliese. Il vicepresidente nazionale, il senatore Mario Turco, e il coordinatore regionale, il deputato Leonardo Donno, avrebbero sollevato i consiglieri regionali, a partire dal capogruppo Marco Galante, di assumere impegni e di “trattare” con il Partito democratico e con le altre forze politiche del centrosinistra. Tutto viene avocato alla direzione politica del Movimento che sarà l’interlocutrice unica con per ogni discussione, sia per quel che riguarda il comportamento da osservare in aula nell’ultimo scorcio di legislatura, ma soprattutto per tutto ciò che concerne i possibili scenari politici in vista delle elezioni che, al netto di interventi e modifiche, sono previste per le prime settimane del prossimo autunno.
La strategia
La decisione ha alla base la complessità dello scenario regionale per i Cinque Stelle. Infatti, dopo l’uscita dalla maggioranza nella scorsa primavera ogni tentativo di rientrare è fallito. Di conseguenza i pentastellati si trovano in mezzo al guado, soprattutto i consiglieri regionali ancora incerti anche sulla loro possibile ricandidatura, nonostante il vincolo dei due mandati sia caduto per volere degli iscritti. Insieme a questo dubbio, c’è poi l’accerchiamento che vivono gli ex grillini: il ritorno sulla scena politica di Nichi Vendola potrebbe indirizzare consenso e consiglieri verso Alleanza verdi e sinistra, qualora la formazione politica dovesse superare lo sbarramento del 4%. Senza dimenticare che per le trattative non ci sarà più alla guida Michele Emiliano, da sempre vicinissimo al M5s e deciso sostenitore dell’alleanza tra il centrosinistra e i movimentisti.
Lo stallo
Pertanto a Galante, Rosa Barone, Grazia Di Bari e Cristian Casili non resta che far buon viso, senza prendere nessun impegno con capigruppo e consiglieri degli altri partiti in aula e nei corridoi. Tutto dovrà passare al vaglio del tavolo politico regionale, «l’unico deputato a decidere». Così, con l’esautorazione dei quattro consiglieri regionali pentastellati, unita alla difficoltà che persiste nel trovare un’intesa tra i civici, orfani anch’essi di Emiliano, la legislatura regionale arranca nell’affannosa ricerca di numeri in aula per licenziare provvedimenti anche urgenti o iniziative politiche come la modifica della legge elettorale. Uno stallo che, qualora il governo nazionale decida di posticipare la consultazione elettorale alla prossima primavera, potrebbe comportare il blocco totale di qualsiasi attività legislativa e amministrativa, con un conseguente danno incalcolabile per tutti i pugliesi: a partire dalle imprese.