«L’epilogo della querelle Emiliano e Vendola “sì o no” consegna, almeno sulla carta, uno scenario in cui il Pd si indebolisce rispetto alle altre liste con cui affronteremo le elezioni». Lo scrive, in una lunga lettera indirizzata ad Antonio Decaro, il deputato pugliese del Partito democratcio Claudio Stefanazzi, ex capo di Gabinetto della Giunta Emiliano.
«Temo si sia creato un precedente pericoloso», afferma Stefanazzi, spiegando che «si è messa da parte quell’idea (ammetto romantica e così poco consona alla politica) che, comunque vada, ci si salva sempre insieme. Una prassi – scrive – che avevamo portato avanti testardamente. Che aveva fatto del nostro gruppo dirigente un unicum nazionale, come ho potuto verificare soprattutto in questi anni in Parlamento, e che, in oltre 20 anni ci aveva fatto marciare sempre insieme. Litigando, discutendo anche violentemente, ma nella certezza che alla fine sarebbe stato comunque meglio per tutti mostrare unità e compattezza. E di questa compattezza e sicurezza abbiamo goduto tutti. Io per primo. Ma anche tu in alcuni difficili passaggi della tua vita pubblica», dice Stefanazzi a Decaro, candidato presidente della Regione Puglia. Ora, constata l’onorevole dem, «quel patto si è rotto».
Nella lettera che ha affidato al Quotidiano di Puglia, Stefanazzi evidenzia che ora c’è «il rischio, concreto, di avere un Consiglio regionale ancora più frammentato di quello attuale, il tutto in una fase storica in cui potremmo ambire a fare del Pd la forza ampiamente maggioritaria della coalizione di centrosinistra».
Stefanazzi fa gli auguri a Decaro ma, «con estrema onestà», dice che ha «contribuito a sottoporre i pugliesi e il partito ad uno stress inutile e reso un passaggio che doveva essere pieno di felicità (e nostalgia, di quella dolce dei momenti felici) in una via crucis». Poi, aggiunge: «Se c’è una cosa che sperimenterai a breve, è fisiologico, è l’estrema solitudine che in alcuni frangenti vivrai nel ruolo che ti approcci a contendere al centrodestra».