Sono quattro i candidati al Consiglio regionale della Puglia ritenuti “impresentabili” perché risultati “in violazione del codice di autoregolamentazione“.
È quanto ha comunicato la presidente Chiara Colosimo, durante la seduta della Commissione parlamentare Antimafia.
Si tratta, in particolare di tre candidati della lista di Forza Italia a sostegno di Luigi Lobuono: Antonio Ruggiero, Paride Mazzotta e Pasquale Luperti. Il quarto è Marcello Cocco, candidato nella lista “Alleanza civica per la Puglia” a sostegno di Sabino Mangano.
Nei confronti di Antonio Ruggiero, «il Gup del Tribunale di Bari ha disposto, il 6 dicembre 2022, il rinvio a giudizio per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Bari», ha spiegato Colosimo.
Per quanto riguarda Paride Mazzotta, «il Gip del Tribunale di Lecce ha disposto, il 21 ottobre 2022, il rinvio a giudizio tra gli altri per i reati di turbata libertà degli incanti e autoriciclaggio e il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Lecce, con prossima udienza fissata al 17 giugno 2026», ha continuato la presidente della Commissione antimafia.
Per Pasquale Luperti, «il Gip del Tribunale di Brindisi ha disposto, il 3 ottobre 2024, il rinvio a giudizio per il reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio» e «il procedimento è attualmente pendente in fase dibattimentale innanzi al Tribunale di Brindisi, con prossima udienza fissata al 1 dicembre 2025», ha riferito Colosimo.
Per Marcello Cocco, «il Tribunale di Roma ha emesso, in data 7 ottobre 2021, sentenza di condanna alla pena di 3 anni di reclusione per il reato di accesso abusivo a sistema informatico, la sentenza è stata impugnata e il giudizio di appello è ancora in stato di trattazione», ha aggiunto.
La replica di Mazzotta
«La Commissione Antimafia asserisce che io sia “impresentabile” e mi aspetto delle scuse visto che quello che è accaduto è a dir poco sconcertante: sono stato oggetto di tale dichiarazione per errore di persona – commenta il capogruppo di Forza Italia, Paride Mazzotta – Già, perché mi vengono attribuite ipotesi di reato mai contestate. Per la turbativa d’asta si tratta di un vero e proprio errore di persona. Sarebbe questo il presupposto del mio essere “impresentabile”: ovvero, un errore bello e buono. Per l’altro reato, invece, l’ipotesi accusatoria non è nemmeno stata sottoposta al vaglio del collegio giudicante. Insomma, posto che sono orgogliosamente candidato per la mia terra, mi aspetto una correzione da parte della Commissione che abbia la stessa diffusione della notizia che ha leso la mia immagine ingiustamente e in piena campagna elettorale. Sono sicuro che la Commissione sia scivolata su un errore, ma non se ne possono commettere di tanto clamorosi su questioni così delicate e in una fase così sensibile».
Da quanto si apprende da fonti della Commissione parlamentare Antimafia in merito alla candidatura di Paride Mazzotta alle elezioni regionali in Puglia, però, «dai documenti e dalle informazioni trasmesse dalla Procura di Lecce non si delinea nessuno scambio di persona sul candidato che risulta rinviato a giudizio per entrambi i reati citati».
La posizione di Ruggiero
Sulla polemica si è espresso anche Antonio Ruggiero, candidato di Forza Italia alle elezioni regionali in Puglia: «Apprendo con sorpresa e rammarico che il mio nome è stato inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili”. Ho accettato di essere candidato con Forza Italia alle prossime elezioni regionali in Puglia proprio perché sono convinto che la vicenda nella quale sono stato coinvolto e le accuse che sono state formulate ai miei danni non hanno alcun fondamento. I fatti che mi vengono contestati riguardano un preliminare di compravendita di un box che non si è mai tramutato in acquisto e un irrisorio aumento di cubatura relativa a un intero palazzo per il quale ho ottenuto regolare concessione edilizia. La mia posizione, sono certo, sarà presto chiarita nelle sedi competenti e si risolverà nel migliore dei modi. Non c’è nulla, infatti, che possa far considerare la mia candidatura in violazione di quel codice di autoregolamentazione del cui rispetto, e giustamente, la Commissione Antimafia si fa garante».