Uno schiaffo alla premier Giorgia Meloni e una carezza, inattesa, a Michele Emiliano. Nichi Vendola torna sulla scena politica pugliese in grande spolvero, pronto a guidare da protagonista la campagna elettorale di Alleanza Verdi e Sinistra. Alla presentazione delle liste e delle linee programmatiche, l’ex presidente della Regione ha ritrovato il linguaggio tagliente e lirico dei tempi migliori, mescolando passione, polemica e visione. «È incredibile – ha detto – che Giorgia Meloni non venga mai all’inaugurazione della Fiera del Levante, dove tutti i premier sono sempre venuti. Non ci ritiene degni della sua presenza, ma poi arriva in Puglia come capo tribù, solo per fare campagna elettorale. È un insulto per i pugliesi». Un attacco frontale che riaccende lo scontro con la destra, definita da Vendola «latitante» sul territorio. Ma anche un modo per riposizionarsi come voce identitaria della sinistra pugliese, a vent’anni dalla «Primavera» che lo portò alla guida della Regione.
I temi
Vendola, candidato consigliere in tre circoscrizioni – Bari, Brindisi e Bat – rilancia le sue battaglie di sempre: «Bisogna sbarrare la strada all’autonomia differenziata, perché il progetto della destra condanna il Mezzogiorno alle briciole». E ancora: «Le leggi di bilancio del governo Meloni tolgono risorse ai servizi per i più fragili e destinano miliardi alle armi. Così non ce la possiamo fare».
Il nemico-amico ritrovato
Poi, a sorpresa, la «carezza» ad Emiliano. «L’ho criticato tante volte, ma ho apprezzato la sua schiena dritta contro le lobby che volevano impedire di rivedere i rapporti con Israele», ha detto Vendola, sottolineando il valore della «pace come principio irrinunciabile» e della necessità «di non essere complici di un genocidio». Un passaggio che, per alcuni osservatori, potrebbe preludere a un asse politico anti-Decaro, in vista di un possibile riassetto nel centrosinistra. Ma Vendola non risparmia neppure la politica locale: «Dobbiamo combattere il voto di scambio, perché comprare il consenso della povera gente con 50 euro è vergognoso. È una malattia morale che inquina la vita pubblica». E ancora: «I trasformisti, quelli che cambiano campo solo per convenienza, sono i traghettatori del potere. Bisogna sconfiggerli». Infine, un richiamo al metodo di governo: «La Regione è un piccolo Stato. Servono le migliori energie e competenze, anche fuori dal Consiglio. Io stesso, da presidente, mi sono circondato di menti illuminate».
La Puglia ribelle
Tra memoria e battaglia, poesia e pragmatismo, Vendola riporta in scena la sua visione di una Puglia «inclusiva e ribelle», con l’ambizione di rimettere insieme la sinistra e parlare al cuore del suo popolo.