A dispetto dei sondaggi e delle previsioni, qualcosa si muove – e non poco – dentro il centrosinistra pugliese. Nelle ultime ore, tra le file dei consiglieri regionali uscenti fedeli a Michele Emiliano, c’è chi starebbe preparando il trasloco politico verso il campo opposto, quello del candidato del centrodestra, Luigi Lobuono. Un fenomeno che molti nel Palazzo leggono come il segnale di un overbooking nelle liste di Decaro, con troppi aspiranti e pochi posti sicuri, ma anche come un calcolo strategico per non restare fuori dal prossimo Consiglio regionale.
Tanto è bastato per spingere Lobuono a intervenire pubblicamente: «Noi dialoghiamo e rispettiamo tutti – ha detto – ma non vorrei che qualcuno pensasse di trasformare il centrodestra in un taxi. Le porte sono aperte a chi condivide un progetto di rinnovamento, non a chi cerca un passaggio». Parole che fotografano la fase convulsa della campagna elettorale, con la macchina del centrodestra ormai pienamente in moto e i big nazionali del governo Meloni in tour in Puglia a sostegno dell’imprenditore barese, già presidente della Fiera del Levante.
A Lecce, il deputato Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, ha difeso il ritardo con cui la coalizione ha scelto il candidato dopo mesi di incertezze e nomi bruciati: «Non conta quando lo si sceglie, ma chi si sceglie. Lobuono è una persona capace e concreta, in grado di unire il centrodestra e tanti cittadini che non fanno politica ma vogliono finalmente un buon governo per questa regione».
Donzelli non ha risparmiato critiche al centrosinistra: «I pugliesi sono stanchi di vent’anni di malgoverno, di una gestione sbagliata del territorio e della sanità. Le liste d’attesa infinite e l’approccio clientelare sono diventati il simbolo di un sistema al capolinea. Con Lobuono possiamo portare in Puglia lo stesso buon governo che Giorgia Meloni sta realizzando a livello nazionale. Questa regione può e deve diventare la locomotiva d’Italia».
Intanto, ieri, il candidato Lobuono dal Salone nautico di Brindisi – accompagnato dalsegretario regionale di Forza Italia, il deputato Mauro D’Attis, dal deputato Andrea Caroppo e dal sindaco di Brindisi, Pino Marchionna – ha lanciato l’idea dell’assessorato del Mare: «Come ha fatto il governo della Meloni, se vinceremo le elezioni, anche noi istituiremo l’assessorato del mare: la cantieristica navale e le infrastrutture portuali sono un volano fondamentale per lo sviluppo della Puglia. C’è bisogno di una rete dei servizi per la portualità turistica, che colleghi i porti ai territori, e dobbiamo mettere a sistema tutti gli scali portuali della regione: dal Gargano al Salento e al Golfo di Taranto».
Perché, ha continuato, «fare sistema significa programmare, potenziare le infrastrutture e dare qualità ai servizi. Il mare è una risorsa non solo straordinaria sotto il profilo naturalistico e per il settore balneare, ma anche per l’economia e il turismo». Con l’assessorato al Mare, ha concluso, avremo una struttura specializzata in grado di mettere in campo strategie di sviluppo su scala regionale e ciò significa dare impulso allo sviluppo economico e aumentare i posti di lavoro».
Sul fronte opposto, la direzione regionale del Partito democratico è chiamata oggi a chiudere la partita sui candidati nei sei collegi, dopo giorni di tensioni e guerre interne. La campagna elettorale entra così nella sua fase più calda: tra cambi di casacca, veleni e invasioni di campo, la corsa alla presidenza della Regione si preannuncia più incerta e combattuta del previsto.
