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Regionali in Puglia, la premier Meloni nel capoluogo: «Noi puntiamo a vincere» – VIDEO

Le regionali pugliesi rappresentano «una sfida che noi puntiamo a vincere, perché non abbiamo paura di nessuno». Ne è certa la premier e leader di FdI Giorgia Meloni, a Bari in occasione del comizio del centrodestra a sostegno del candidato alla presidenza della Puglia, Luigi Lobuono, in vista delle elezioni del 23 e 24 novembre. Una standing ovation, di buona parte della platea del teatro Team, c’è stata quando la presidente del Consiglio ha citato Pinuccio Tatarella, «un uomo del popolo innamorato della sua terra, intelligente e sorridente».

«Ricordo quando dicevano che Fratelli d’Italia non poteva raggiungere il 5% dei consensi» ha sottolineato Meloni, evidenziando che nell’ultimo sondaggio era stimato al 31,4% dei consensi, «il livello più alto di sempre dopo tre anni di governo, una cosa che non era mai accaduta da quando esistono i sondaggi. Ricordo quando dicevano che non saremmo mai arrivati al governo della nazione. Ricordo quando dicevano che non saremmo durati più di sei mesi e oggi siamo il terzo governo più longevo della storia d’Italia».

Meloni a casa «ce la possono mandare solo gli italiani, signori! Una cosa alla quale la sinistra non è abituata: la democrazia! Quindi, siccome tanto noi arriviamo alla fine della legislatura, al referendum sulla giustizia votate in base a quello che prevede la riforma», ha aggiunto.

Parlando dei riconoscimenti internazionali per la cucina italiana, invece, Meloni ha detto che «la cucina pugliese è la più grande nemica della dieta. “Mangiamo una cosa, tre primi”», ha aggiunto, citando evidentemente la sua esperienza dei suoi soggiorni nella regione.

La manovra

«La quarta manovra in tre anni, vale 18,7 miliardi, è stata definita una manovrina dall’opposizione, perché non ha abbastanza soldi – ha affermato la premier – Ma vale la pena di ricordare all’opposizione che avremmo potuto fare una “manovrona” se non avessimo 40 miliardi di euro di crediti del geniale superbonus di Conte».

La sinistra, sottolinea poi Giorgia Meloni, «ci parla di equità». La stessa sinistra «che prendeva i soldi dai cittadini per darle alle banche: lezioni da questa gente, anche no».

Occupazione e lavoratori

«Abbiamo messo in manovra una misura sui rinnovi contrattuali, che voleva la Cgil, e la Cgil cosa fa? Sciopero generale, di venerdì. Non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì, a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni».

Liste d’attesa

Intervenendo in merito al tema della sanità, e alle criticità del settore, la presidente del Consiglio ha affermato: «Se le Regioni ci danno una mano, il nostro obiettivo è abbattere le liste d’attesa. Anche qui le cose iniziano ad andare meglio: con i provvedimenti assunti a livello nazionale, quest’anno finora il Sistema sanitario nazionale ha erogato 1,3 milioni di prestazioni in più agli italiani. Di questo passo, a fine anno saranno oltre 2 milioni di prestazioni in più rispetto all’anno precedente grazie alle scelte del governo».

Riforma della giustizia

«Dopo decenni siamo riusciti ad approvare la riforma che introduce la separazione delle carriere tra giudice e Pm, che significa rafforzare la terzietà del giudice, quindi un processo più giusto, e che istituisce l’alta corte disciplinare. Significa che finalmente, quando un magistrato sbaglierà, ci sarà un organismo terzo a giudicarlo, perché, come dice l’Uomo Ragno, da un grande potere derivano anche grandi responsabilità». La premier ha sottolineato come la riforma «prevede inoltre che i membri del Csm siano sorteggiati tra magistrati con specifici requisiti, che significa liberare i magistrati dal giogo delle correnti politicizzate, dal dover dipendere dalle correnti piuttosto che dal proprio merito per avanzare di carriera».

Norme «di buonsenso, per le quali veniamo ovviamente accusati di qualsiasi nefandezza: dicono che vogliamo i pieni poteri, che vogliamo assoggettare la magistratura alla politica. Ma quello che non sopportano è che noi stiamo facendo esattamente il contrario, perché togliamo ai partiti la facoltà di nominare un pezzo del Csm. Ed è questo che alla sinistra non va giù: togliamo il controllo dalla politica, perché noi non vogliamo una magistratura controllata, vogliamo una magistratura che non sia controllata da nessuno, vogliamo una magistratura che sia libera», ha rimarcato la presidente del Consiglio.

Il problema Xylella

«Mi fa ridere la sinistra che scopre sempre tardi l’emergenza. Si sono accorti dell’emergenza idrica, oggi, dopo anni che hanno smantellato i consorzi di bonifica e fatto clientela. Cosi come per la xylella: hanno impedito gli abbattimenti mentre la xylella avanzava. C’è stata una superficialità inccettabile per una materia così importante per l’economia e per questa regione. Noi abbiamo messo altri 300 milioni di euro con il programma Coltiva Italia per un grande piano olivicolo che permetta di risollevare il settore. Possiamo solo augurarci che quei fondi domani vengano gestiti da qualcuno che abbia davvero a cuore la sua terra».

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