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Regionali in Puglia, il silenzio di Emiliano. Il giorno dopo dalle sue fila: « È amareggiato»

Non parla. Amareggiato, deluso, ma non rassegnato. Così è apparso il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ai suoi fedelissimi dopo il duro colpo rimediato alla Festa dell’Unità, di Bisceglie. Sul palco, la segretaria del Pd, Elly Schlein, abbracciava Antonio Decaro per annunciare ufficialmente la candidatura dell’ex sindaco di Bari alla presidenza della Regione. Per il…
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Non parla. Amareggiato, deluso, ma non rassegnato. Così è apparso il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ai suoi fedelissimi dopo il duro colpo rimediato alla Festa dell’Unità, di Bisceglie. Sul palco, la segretaria del Pd, Elly Schlein, abbracciava Antonio Decaro per annunciare ufficialmente la candidatura dell’ex sindaco di Bari alla presidenza della Regione. Per il governatore uscente, rimasto ai margini dell’accordo cucinato tra dem e Avs, è stato un vero pugno in faccia. Il pacchetto siglato nelle stanze romane e pugliesi del partito ha avuto due effetti immediati: il via libera al ritorno in campo di Nichi Vendola, in cambio – assicurano alcuni dem – di un ritiro concordato entro 18 mesi per candidarsi a Roma, e la totale esclusione di Emiliano dalla partita. Uno strappo senza precedenti, considerati i veti che proprio Decaro aveva imposto nei mesi scorsi contro la presenza in lista dei due ex presidenti.

Perché aprire la porta a Vendola e lasciar fuori Emiliano?

Una conventio ad excludendum – così viene descritta nei corridoi – confezionata non solo dal suo «figlioccio politico» Decaro, ma contro la quale i vertici pugliesi del Pd nulla hanno potuto: il segretario regionale Domenico De Santis e il senatore Francesco Boccia. Un tradimento inatteso, sostengono i fedelissimi del governatore, che giudicano la scelta anche elettoralmente sbagliata. «Come si può rinunciare al peso di Emiliano, stimato almeno al 10 per cento, in cambio del due per cento scarso di Avs?», si chiedono dalle sue fila. Il malumore è forte, tanto che Emiliano, ieri, ha disertato la serata conclusiva della Festa dell’Unità, dove era previsto un suo intervento. Prima ha rinunciato alla presenza fisica, poi ha cancellato persino il collegamento video. Segnali evidenti di un umore nerissimo. Sul tavolo ora resta l’incognita delle sue prossime mosse. Ufficialmente Emiliano ha fatto un passo di lato, ma non si esclude che possa rimangiarselo. Sarebbe una mossa rischiosa,considerando le contropartite politiche già pattuite per il ritiro della sua candidatura: un assessorato di peso nella futura giunta Decaro, il ruolo di coordinatore della campagna elettorale e un posto da capolista Pd alle politiche del 2027. Nel Pd c’è anche chi invita alla calma: «Dopo la rabbia arriverà la ricucitura», sostengono fonti dem, convinte che il governatore alla fine non romperà del tutto e tornerà in campo.In attesa della prossima mossa del Gladiatore, la scena politica pugliese resta sospesa.

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